I bancari svolgono un servizio pubblico e per questo motivo devono essere presi adeguatamente in considerazione nella stesura del piano sui vaccini come gli altri lavoratori che svolgono mansioni essenziali.
Questo il riassunto di una lettera inviata dall’ABI e dai sindacati di categoria (Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, Unisin) al presidente del Consiglio, al ministro dell’Economia e delle Finanze, al ministro della Salute, al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, al governatore della Banca d’Italia e al commissario Straordinario per l’emergenza epidemiologica Covid-19.
Nel testo si sottolinea come, anche nei periodi di lockdown totale, i bancari hanno assicurato la continuità dell’erogazione dei servizi “in considerazione del loro ruolo di infrastruttura strategica per il Paese come disposto dalla legge”.
“In questo contesto con straordinario impegno e senso di responsabilità le persone che lavorano in banca continuano a svolgere un ruolo centrale per il sostegno dell’economia, delle imprese e delle famiglie, nel rispetto delle misure di prevenzione, contrasto e contenimento del virus Covid-19 individuate nei Protocolli tempo per tempo condivisi da Abi e Organizzazioni sindacali per garantire le condizioni di salute e sicurezza per tutte le persone interessate”, recita la lettera.
In virtù di quanto appena detto, viene chiesto alle autorità competenti “che il piano vaccini tenga opportunamente in considerazione anche le lavoratrici e i lavoratori impegnati nell’erogazione dei servizi pubblici essenziali (ai sensi della legge n. 146/1990), ivi inclusi quindi quelli bancari”.