La Banca Progetto, nota istituzione di credito milanese, è finita sotto amministrazione giudiziaria dopo che la Guardia di Finanza ha scoperto che, tra il 2019 e il 2023, ha erogato finanziamenti per oltre 10 milioni di euro a società collegate alla ‘ndrangheta. Questi finanziamenti erano garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia, creato per supportare le piccole e medie imprese italiane durante momenti di crisi, come l’emergenza Covid-19 e le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina. Ma cosa è andato storto?
Banca Progetto: finanziamenti a imprese infiltrate nella criminalità
L’intervento è stato autorizzato dal Tribunale di Milano e rientra nell’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda). L’analisi approfondita dei “fascicoli bancari”, riportata in una nota dal Procuratore di Milano, Marcello Viola, ha messo in luce una gestione “opaca e discutibile” dei prestiti “spesso eludendo i principi della normativa antiriciclaggio”. La Procura di Milano ha evidenziato che le società beneficiarie erano immerse in dinamiche criminali, creando un paradosso: le aziende legate alla ‘ndrangheta ricevevano aiuti statali sotto forma di prestiti pubblici.
Cosa succede ora?
Come risultato di queste indagini, il Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria di Banca Progetto, una misura inusuale per un’istituzione di tale dimensione. A differenza di un sequestro, questa decisione non implica un’accusa diretta contro la Banca stessa, i cui dirigenti non sono indagati. Tuttavia, il provvedimento ha l’obiettivo di riorganizzare i controlli interni per evitare che situazioni simili possano ripetersi in futuro.
Per affrontare questa situazione, è stato nominato Donato Maria Pezzuto come amministratore giudiziario che avrà il compito di ridisegnare i modelli organizzativi della Banca e implementare procedure di controllo più rigide.
La smentita di Banca Progetto
Banca Progetto, dal canto suo, ha ritenuto necessario chiarire, in risposta a notizie di stampa errate diffuse di recente, che l’istituto non è commissariato e che né la Banca né i suoi dirigenti e dipendenti sono attualmente oggetto di indagini. L’istituto ha rassicurato clienti e stakeholder che continuerà a operare in modo ordinario attraverso le proprie strutture interne. Infine, Banca Progetto ha avvertito di riservarsi il diritto di intraprendere azioni legali contro la diffusione di notizie false e diffamatorie, che potrebbero arrecare danno all’istituto.