Anima Holding ha deciso: parteciperà all’aumento di capitale della Banca Monte dei Paschi, ma per soli 25 milioni, riducendo drasticamente la quota rispetto alle prime intenzioni.
Lo ha deliberato il Cda sulla base dell’assemblea dei soci di Mps dello scorso 15 settembre. Anima Holding parteciperà all’aumento di capitale di Mps “mediante un investimento finanziario per un importo massimo di 25 milioni in relazione al quale sono in corso interlocuzioni con i joint global coordinators dell’aumento di capitale” dice una nota. “La decisione rientra nell’ambito dei rapporti della partnership strategica pluriennale che lega Anima e Monte dei Paschi di Siena dal 2010 per lo sviluppo delle attività di risparmio gestito della banca, che rimane immutata”.
Aumento di capitale Mps: Anima c’è ma riduce la partecipazione. Le ragioni
Il fatto è che Anima ambiva a rivedere invece gli accordi su distribuzione, garanzie, proroghe e commissioni validi fino al 2030: e a fronte di nuove regole che dessero alla società del risparmio gestito una maggiore rilevanza era disposta a sborsare 100-150 mln fino anche a 200 milioni. Ma l’ad Luigi Lovaglio ha fermato la trattativa in questa direzione e Anima Holding ha deciso di tagliare radicalmente la sua partecipazione.
Può aver giocato in questa decisione anche un altro progetto che la riguarda che è stato messo sul tavolo nei giorni scorsi: Poste Italiane (controllata dallo Stato attraverso Cdp con il 35% e Mef con il 29,3%) potrebbe incrementare la sua attuale quota in Anima, il che accrescerebbe il suo ruolo in Italia.
Ieri il Consiglio di Amministrazione della banca senese sotto la presidenza di Patrizia Grieco, ha fissato le condizioni e i termini definitivi l’operazione di aumento di capitale da complessivi 2,5 miliardi operazione che partirà lunedì prossimo.
Il titolo Mps in Borsa dopo aver peso oltre il 30% ieri, stamane perde un altro 19% a 13,90 euro, portando le perdite in un mese al 53%e nei sei mesi all’80%.
Chi sono gli altri sottoscrittori dell’aumento di capitale Mps
Dopo gli impegni messi noro su bianco di alcuni fondamentali attori (il Tesoro partecipa per 1,6 mld, il Consorzio di garanzia per 807 milioni e il fondo Algebris per 50 milioni) si attendono le dichiarazioni ufficiali di altri non meno incisivi attori anche se per quote inferiori.
Proprio Anima Holding era una partecipazione attesa. Ieri Monte Paschi ha detto in una nota di aver ricevuto impegni di sottoscrizione da parte di terzi investitori (senza specificare il nome) per altri 37 milioni, mentre -continua la nota- alcuni investitori hanno assunto nei confronti dei garanti impegni per la sottoscrizione di nuove azioni per un importo per oltre il 50% della quota riservata agli azionisti diversi dal Tesoro.
Tra i partecipanti sono attese tre Fondazioni toscane, Mps, Cr Firenze e Lucca con 30 milioni in tutto, a cui si aggiungono le Casse previdenziali come Enpam e Cassa Forense, e Inarcassa, con cui il Mef aveva avviato alcuni contatti per un importo simile.
Oltre al fondo Algebris sono attesi anche Hosking e Denis Dumont, sostenitori di Lovaglio quando guidava il Creval, a cui si dovrebbero aggiungere Pimco e BlueBay Am, già investitori nei bond subordinati Mps, che sarebbero azzerati se l’aumento fallisse.