Si infiamma la corsa alla presidenza della Banca Mondiale. Gli Stati Uniti detengono la presidenza da quando fu fondato l’istituto, dopo la Seconda guerra mondiale, mentre tradizionalmente spetta a un europeo la guida del Fondo monetario internazionale, istituzione gemella.
Il presidente uscente è Robert Zoellick, che si dimetterà a giugno, ma stavolta pare che per la prima volta ci potrebbe essere spazio per un rappresentante dei Paesi emergenti.
Il Brasile per esempio vorrebbe candidare l’ex ministro delle Finanze colombiane Jose Antonio Ocampo, ma non può farlo senza il sostegno della Colombia, il cui ministro delle Finanze Juan Carlos Echeverry ieri ha fatto sapere che il suo paese punta alla corsa per la presidenza dell’Ilo, l’Organizzazione internazionale del Lavoro.
Ma soprattutto, in un raro esempio di unità tra paesi del continente africano, Angola, Nigeria e Sud Africa hanno appoggiato la nomina del ministro delle Finanze nigeriano Ngozi Okonjo-Iweala.
Gli Stati Uniti da parte loro hanno fatto sapere, e a breve arriverà anche la conferma del presidente Barack Obama, che il candidato sarà Jim Yong Kim, presidente del Dartmouth college. Quanto alla Russia, uno dei Paesi dei Brics, potrebbe non ostacolare la candidatura statunitense pur di ottenere un ruolo di maggior spicco nel top management delle istituzioni finanziarie internazionali.