Parte con il turbo il titolo Banca Intermobiliare (Bim) a Piazza Affari. Intorno alle 10:10 le azioni segnano un balzo dell’12,9% a 1,54 euro, dopo lo scatto del 13,8% della seduta precedente, che hanno consentito di azzerare le perdite dell’ultimo mese.
Le banche controllate dalle due venete finite in liquidazione “continuano la loro operativita’ in maniera ordinata” e sono banche a tutti gli effetti, ha chiarito la Banca d’Italia nel corso del briefing con la stampa di spiegazione dell’operazione. Si tratta in particolare di Banca Intermobiliare di Investimenti (BIM) e di Farbanca spa. Alla gestione commissariale restano anche Prestinuova spa, Claris Factor spa, Claris leasing spa, società finanziarie che anch’esse continueranno la propria operatività in maniera ordinata”.
In particolare, Bim è rimasto fuori dalle attività della ormai ex controllante Veneto Banca che saranno acquistate da Intesa Sanpaolo e confluirà in un veicolo pubblico, che si occuperà di sondare i potenziali acquirenti interessati ad acquistarne il 100 per cento. L’asset è sicuramente molto appetibile, con gli investitori si aspettano che la cessione possa essere valorizzata al massimo.
Sulla questione si è anche espresso Giorgio Girelli, Ad della banca torinese, che in alcune dichiarazioni alla stampa ha sottolineato: “Spero che i tempi siano più rapidi possibili e che in qualche mese il processo si possa concludere. Non credo che sarà complicato. Bim è un soggetto molto interessante e appetibile sia per operatori finanziari sia per operatori di settore. In passato ho già avuto modo di rilevare un certo interesse”.
Secondo alcune indiscrezioni, alcuni fondi di private equity avrebbero espresso la propria manifestazioni d’interesse. Nel frattempo, Bim proseguirà nella sua ordinaria operatività e, come precisato dallo stesso Girelli alla stampa, porterà avanti la strategia già delineata: “Avevamo iniziato a lavorare per creare una banca che fosse autonoma e diventasse un polo di private banking di fascia alta. Adesso riprendiamo quel progetto, che aveva avuto un piccolo stop”. La banca piemontese, che a fine marzo aveva masse gestite e amministrate pari a 9,2 miliardi, già da tempo aveva annunciato l’intenzione di uscire dal perimetro della ormai ex controllante Veneto Banca. Il processo era già partito con l’avvio di un nuovo sistema informativo.