Banca Imi archivia un 2018 da incorniciare. L’anno si è chiuso infatti con un utile netto consolidato pari a 803 milioni di euro, in rialzo del 19,7% rispetto ai 671 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Il dato, sottolinea la banca, è “il più elevato raggiunto nella storia” dell’istituto presieduto da Gaetano Micciché.
Per quanto riguarda gli altri parametri finanziari, il margine di intermediazione è arrivato a quota 1,7 miliardi, in rialzo del 7,2% rispetto al 2017, mentre il risultato della gestione operativa ha registrato un rialzo del 9,8% a quota 1,2 miliardi di euro.
In costi operativi sono cresciuti dello 0,9% a 465 milioni di euro, per un rapporto cost/income in miglioramento al 27,7%.
I fondi propri ai fini della vigilanza al 31 dicembre 2018 sono pari a 4,278 miliardi (3,650 miliardi al 30 settembre 2018), “tenuto già conto della quota di utile destinata a riserve nella volontà di rafforzamento patrimoniale di Banca Imi”. “Nella loro determinazione – spiega il comunicato – ci si è avvalsi, in linea con l’impostazione adottata dal gruppo Intesa Sanpaolo, della facoltà di attenuare l’impatto dell’introduzione dell’Ifrs9 per la quota di impairment contabilizzata in sede di ‘first time adoption’ del nuovo principio”. Il Total Capital Ratio così determinato è al 14,2% sia con e sia senza modello transitorio di mitigazione effetti FTA IFRS9, mentre il Cet1 ratio si è assestato al 10,2%, “comprensivo della quota di utile 2018 destinata a riserve”, specifica la banca.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti nel 2018 – ha commentato l’amministratore delegato di Banca Imi, Mauro Micillo – Abbiamo realizzato il miglior risultato nella storia di Banca Imi. A trainare i risultati l’andamento dei ricavi, caratterizzati da un robusto livello di interessi netti e da una costante crescita nell’anno delle commissioni da clientela, grazie alle importanti operazioni di finanza strutturata e di investment banking”.