Tra il 2022 e il 2023 il 69% delle PMI si aspetta un miglioramento economico. È questo quello che emerge dall’ultimo Market Watch PMI elaborato dall’ufficio studi di Banca Ifis, che ogni anno chiede una previsione alle piccole e medie imprese per il futuro della realtà economico-produttiva italiana. La banca ha analizzato nello specifico l’utilizzo delle nuove tecnologie da parte delle PMI, l’innovazione 4.0, le vendite, l’organizzazione del lavoro, l’export e la finanza.
Un’azienda su due ha stimato una crescita dei ricavi grazie all’aumento sia della domanda interna, pari al 74% nel settore manifatturiero e dell’82% nell’agroalimentare, che di quella esterna, con il 70% delle PMI che si aspetta un aumento dei ricavi grazie alla crescita delle vendite all’estero.
Dalla ricerca emerge che, contrariamente ad altri settori, il 63% delle PMI non ha subito danni a causa della pandemia, anzi il 37% delle aziende intervistate ha dichiarato di essere riuscita a migliorare le proprie condizioni economiche nell’ultimo anno. Uno dei principali problemi sembra essere la transizione ecologica e quella digitale delle aziende: il 23% degli intervistati ha dichiarato infatti che questo cambiamento sarà difficile da affrontare.
A influenzare positivamente la previsione generale è soprattutto il PNRR: il 54% delle aziende intervistate ha dichiarato che grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede un miglioramento sull’intero sistema economico del paese, immagina un aumento degli investimenti e delle agevolazioni, un miglioramento delle infrastrutture e un aumento generale del PIL grazie alla crescita dei consumi interni.