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Banca Ifis: l’utile netto cresce del 50% nel primo semestre 2022 e i ricavi del 12%

Imagoeconomica

Banca Ifis, specializzata in credito alle imprese e gestioni di Npl, ha registrato un utile netto in crescita del 50% a 72,5 milioni di euro nel primo semestre 2022 rispetto ai 48,3 milioni di euro del primo semestre 2021, grazie soprattutto all’aumento dei ricavi del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo dice un comunicato della Banca.

Il titolo Banca Ifis a Piazza Affari ha guadagnato il 2,3% a 13,92 euro mentre il Ftse Mib è positivo per l’1,12%.

I risultati “riflettono la resilienza del nostro modello di business che ci permette di operare traendo vantaggio dall’elevata specializzazione, dagli investimenti in innovazione dei processi e dalla gestione sostenibile del credito in mercati dove la nostra Banca detiene un forte vantaggio competitivo” dichiara Frederik Geertman, Amministratore Delegato di Banca Ifis. ”I solidi risultati semestrali e l’approccio conservativo nell’assunzione dei rischi adottato negli ultimi anni, ci consentiranno di affrontare al meglio il possibile scenario macroeconomico avverso dei prossimi trimestri, continuando a svolgere il nostro ruolo di supporto all’economia reale”, conclude Geertman.

Il margine di intermediazione è cresciuto del 11,6% a 324 milioni dai 290,4 milioni di giugno 2021 e beneficia di maggiori ricavi nel settore Npl cresciuti del 9,5% a 135 milioni e nel Settore Commercial & Corporate Banking, cresciuti dell’1,6% a 142,2 milioni.

Crescono i costi operativi del 7,5%

I costi operativi sono cresciuti del 7,5% a 185,5 milioni, spiega la nota, per via delle maggiori spese del personale (73,6 milioni di euro da 67,7 milioni, per la crescita della remunerazione variabile e per il contributo, in termini di risorse, su tutto il semestre collegato all’acquisizione ex Aigis) e per le altre spese amministrative (114,6 milioni da 111,5 milioni per maggiori costi legati principalmente ai progetti strategici del Gruppo. Il costo del credito è sceso a 33,7 milioni dai 43,5 milioni del corrispondente periodo del 2021.

Requisiti di capitale: CET1 ratio in calo a 14,92%

Il CET1 ratio è sceso a 14,92% dal 15,44% di fine 2021 e il TCR è pari a 19,00% da 19,63% “calcolati escludendo l’utile del primo semestre 2022”. La nota precisa che “il CET1 si attesterebbe al 15,91% includendo i positivi effetti derivanti dall’applicazione del regolamento delegato UE 954/2022 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 giugno 2022 ed effettivo da luglio 2022, che consente una riduzione della ponderazione sui crediti acquisiti dal business Npl e della cessione di crediti verso il Sistema sanitario nazionale (SSN) effettuata dalla Banca a giugno 2022 (il riconoscimento del trasferimento del rischio è atteso entro settembre 2022)”.

Non performing loan: utile in rialzo del 49,7%

L’utile di periodo del settore Npl, il business principale della Banca, è cresciuto del 49,7% pari a 32,5 milioni di euro. Il margine di intermediazione del settore è cresciuto del 9,5% a 135,0 milioni grazie “sia all’aumento degli impieghi medi, che hanno generato interessi attivi per 78,2 milioni di euro, sia al miglioramento dei cash flow attesi in funzione degli incassi realizzati, che hanno generato a loro volta un contributo al margine di intermediazione per 66,3 milioni di euro” dice la nota.

Gli incassi del Settore Npl nel primo semestre 2022 sono pari a 182,2 milioni di euro, includono le rate incassate nel corso del semestre da piani di rientro, da ODA e da transazioni eseguite, e risultano in aumento del 7,2% rispetto agli incassi di 170 milioni di euro del primo semestre del 2021. I recuperi di cassa sui portafogli acquistati, pari a 182 milioni di euro (+7% rispetto a 170 milioni di euro del primo semestre 2021), “confermano la qualità del portafoglio, conseguenza dell’approccio prudenziale applicato nell’acquisto dei portafogli Npl che ha tenuto conto dei potenziali effetti della pandemia (acquisti effettuati nel biennio 2020-2021) e dei più alti livelli di inflazione e di instabilità geopolitica (acquisti effettuati nel corso dei primi sei mesi del 2022)” dicono a Ifis.

Nel primo semestre gli accantonamenti per rischi su crediti sono stati pari a 34 milioni. Le rilevanti riserve accantonate per il Covid nel corso dei precedenti esercizi, inutilizzate, sono state riqualificate per far fronte ai possibili rischi macroeconomici. La Banca ha, inoltre, effettuato ulteriori accantonamenti per 3 milioni di euro a fronte di posizioni del portafoglio commerciale con vintage elevata.

Commercial & Corporate Banking: utile netto in calo del 18,7%

Nel dettaglio, l’utile netto del Settore Commercial & Corporate Banking è sceso del 18,7% a 24,4 milioni di euro. Tale risultato è guidato dalla crescita del margine di interesse per 9 milioni di euro (+9,9%) e delle commissioni nette (+0,8 milioni di euro, pari al +2,1%), a cui si contrappongono la riduzione delle altre componenti del margine di intermediazione per 7,6 milioni di euro (-86,2%) e le maggiori rettifiche di valore nette per 6,2 milioni di euro.

Il turnover del Factoring è cresciuto del 18,2% (rispetto al +16,6% del mercato) e le erogazioni del Leasing del +24,4% (rispetto al 9,4% del mercato). “I volumi del factoring e del leasing strettamente legati agli importi delle fatture e al prezzo dei beni sottostanti, hanno evidenziato una dinamica favorevole, riflettendo direttamente l’aumento dell’inflazione. Il dinamismo della rete commerciale della Banca è stato evidenziato dai tassi di crescita superiori a quelli dei mercati di riferimento” commenta la banca.

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