Npl e factoring: su questi due business, che sono stati la sua forza negli ultimi anni, Banca IFIS insisterà anche nel piano industriale al 2022, presentato a Milano dall’amministratore delegato Luciano Colombini. L’obiettivo dichiarato nel triennio è di raggiungere un utile netto di 147 milioni di euro (dai 123 del 2019), con la crescita dei business core, investimenti per 60 milioni di euro e 190 nuove assunzioni. Il portafoglio Npl sarà ampliato con l’acquisto di ulteriori 8,5 miliardi (valore nominale) di crediti non performing, e anche l’attività di banca commerciale sarà sospinta da un incremento dei crediti verso i clienti per almeno un miliardo.
“Questo piano – ha detto Colombini, entrato in carica meno di un anno fa alla guida dell’istituto veneto – nasce da un lavoro corale. Banca IFIS ha la fortuna e merito di presidiare segmenti di business particolarmente redditizi, in cui è fortemente specializzata e sui quali ha accumulato negli anni un grande vantaggio competitivo. Questa posizione va mantenuta: con specializzazione, flessibilità, velocità di risposta e innovazione. I business trainanti come è noto sono due: Npl e factoring. Sui crediti deteriorati siamo stati pionieri, i primi in Italia a trattarli con una logica industriale fin dal 2011. Oggi siamo indiscusso leader nel settore unsecured derivante da credito al consumo, col 51% della quota, 24 miliardi gestiti, 450 dipendenti che ci lavorano, 1 miliardo di liquidità recuperata. Nel factoring siamo il quarto player col 6% di quota di mercato”.
Il piano avrà anche due grandi ambizioni, secondo quanto specificato da Colombini durante i lavori: “Trasparenza e sostenibilità. Qualcuno mi ha detto che stiamo dando troppi dati ai mercati, secondo me è giusto così. Per quanto riguarda i costi, li terremo assolutamente sotto controllo, ad incominciare da quelli per il personale, che aumenteranno in virtù del nuovo contratto dei bancari appena rinnovato”. I costi amministrativi comunque sono attesi stabili, mentre ci sarà un risparmio sensibile in seguito all’ottimizzazione del patrimonio immobiliare: la nuova sede di Mestre e la vendita dell’immobile di corso Venezia a Milano comporteranno una plusvalenza ante imposte di 25 milioni. Il cost/income è previsto in calo dal 55,9% attuale al 52%.
Come crescere nel business Npl, Banca IFIS lo ha spiegato a stampa e investitori presentando un nuovo assetto. Intanto, si punterà a crescere anche sui secured, poi la struttura sarà costituita da due società: IFIS Npl comprerà i portafogli, mentre la controllata al 100% FBS si occuperà del recupero dei crediti. “Il ridisegno societario ci permetterà una presenza sul mercato molto più efficace”, ha detto Colombini. L’obiettivo è quello di ridurre sensibilmente la percentuale di non performing exposure lorda (Gross NPE ratio) dall’attuale 10% al 6%, e quella netta dal 5,7% al 2,4%.
Per quanto riguarda gli altri obiettivi finanziari, il CET 1 ratio è previsto in aumento dall’11% del 2019 al 12% nel 2022, ben al di sopra dell’attuale soglia Srep dell’8,12%, grazie alla pronosticata crescita dell’utile d’esercizio. Il payout ratio è atteso intorno al 40-45% nell’arco del piano, cioè da qui alla fine del 2022: agli attuali livelli del prezzo dell’azione (sopra i 15 euro, col titolo che durante la presentazione del piano sale del 2,5%), la percentuale assicura un rendimento di oltre il 7%. La strategia di funding prevede 10,5 miliardi di euro di raccolta, di cui 5,5 proveniente da clientela retail, 1,4 miliardi di Tltro, 3,3 miliardi di titoli di debito e 0,3 miliardi di altri debiti. Il piano prevede una maggiore diversificazione e l’emissione di 1,7 miliardi di obbligazioni sui tre anni.