Banca Generali ha chiuso il 2019 con un utile netto pari a 272,1 milioni di euro, in crescita del 51% rispetto all’anno precedente. Si tratta del miglior risultato nella storia della società. Solo nel quarto trimestre, i profitti sono stati di 76,1 milioni (+72%).
I ricavi invece hanno raggiunto quota 578 milioni (+28,6%), mentre i costi operativi si sono attestati a 221,2 milioni (+12,5%) e l’utile netto ricorrente a 150 milioni (+12,7%).
Il margine d’intermediazione è aumentato del 29%, a 578 milioni, e il margine finanziario si è attestato a 88,2 milioni, in crescita del 4,9%, con un margine d’interesse a 74 milioni (+23,4%). Le commissioni lorde sono salite del 18,8%, a 881 milioni.
Il dividendo viene fissato a 1,85 euro per azione con un payout al 79%, “nel range alto della guidance”, sottolinea la nota dell’istituto. Il pagamento avverrà in due fasi: 1,55 euro per azione a maggio 2020 e 0,30 euro per azione a gennaio 2021.
Per quanto riguarda la raccolta netta, a gennaio è stata positiva per 438 milioni, un risultato inferiore rispetto ai 614 milioni di dicembre 2019, ma leggermente superiore in confronto ai 430 milioni del gennaio precedente.
“È stato il miglior anno nella nostra storia – commenta Gian Maria Mossa, amministratore delegato e direttore generale di Banca Generali – con risultati che evidenziano sensibili miglioramenti in tutte le voci del conto economico e dello stato patrimoniale. Nonostante le tensioni dei mercati di fine 2018, abbiamo aumentato di oltre 11 miliardi le masse, rafforzando ulteriormente il nostro brand e posizionamento nel private banking italiano dove risultiamo tra i primi operatori. Alla luce di questi risultati guardiamo con crescente ottimismo al cammino per il nostro piano triennale e alle sfide per il 2020”.
Sul versante patrimoniale, il CET1 ratio si è attestato al 14,6% e il Total Capital ratio (TCR) al 16,1%.
All’inizio del pomeriggio il titolo in Borsa di Banca Generali guadagna l’1,9%, a 30,94 euro.