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Banca Generali raddoppia l’utile, Fineco la raccolta

Banca Generali e Fineco archiviano il primo trimestre con risultati positivi. L’istituto del Leone ha messo a segno un utile netto di 56,2 milioni, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (+91%). Lo comunica la società dopo il Cda sui conti finanziari, precisando che il forte sviluppo commerciale “ha guidato l’espansione delle masse e l’incremento a doppia cifra delle attività ricorrenti, che confermano la solidità ed efficacia del modello di business. Le dinamiche positive sui mercati azionari globali hanno poi contribuito al miglioramento delle voci variabili favorendo il risultato netto”.

Secondo l’amministratore delegato Gian Maria Mossa, quella appena chiusa è “una trimestrale da incorniciare per la forza e la qualità dei numeri. Cresciamo più del mercato di riferimento in termini dimensionali – ha aggiunto il manager – con una strategia chiara e distintiva che valorizza il talento dei consulenti e ne favorisce lo sviluppo con soluzioni innovative e di qualità. Il riscontro che ci arriva dalla clientela emerge dai nuovi picchi di raccolta e dalla solidità delle voci di ricavi ricorrenti. Guardiamo con fiducia alla ripresa in corso e alle sfide dall’evoluzione del settore, puntando a essere l’interlocutore di riferimento per la protezione dei patrimoni delle famiglie”.

Banca Generali, inoltre, “si attende una forte crescita della domanda di consulenza finanziaria e non finanziaria per il futuro. Al netto delle incognite legate alle variabili sui mercati, la società guarda con grande ottimismo ai prossimi mesi”.

Per quanto riguarda Fineco, la prima trimestrale dell’anno si è chiusa con flussi positivi di 592 milioni, in crescita del 58,6% rispetto allo stesso mese del 2016. La raccolta gestita si è attestata invece a 308,1 milioni, più del doppio rispetto al periodo gennaio-marzo dell’anno scorso.

Il margine d’intermediazione del primo trimestre 2017 della banca milanese ha raggiunto i 141,8 milioni (+1,2% a/a) e risulta leggermente superiore al consensus di 141 milioni stimato da Bloomberg. In particolare, il margine d’interesse è salito dell’1,1%, a 62,9 milioni, mentre le commissioni nette hanno registrato un balzo dell’11,2%, a 64,7 milioni, e i costi operativi si sono mantenuti sostanzialmente stabili, a 60,7 milioni.

Il risultato netto di gestione è cresciuto del 2,7%, a 80,6 milioni, mentre l’utile ante imposte è arrivato a 78,2 milioni, l’1,6% in più rispetto alle stime. In crescita anche l’utile netto (+0,9%, a 51,7 milioni), sostanzialmente in linea con il consensus. Sul fronte degli indici patrimoniali, il Cet1 è salito al 22,24%, in linea con il dato di fine 2016.

“Anche il primo trimestre dell’anno si chiude con risultati molto solidi, grazie a un modello di business diversificato e sostenibile in grado di affrontare ogni fase di mercato – ha commentato Alessandro Foti, amministratore delegato e direttore generale dell’istituto – Siamo particolarmente soddisfatti del dato di raccolta di aprile, che conferma l’elevata qualità del mix di nuovi flussi, favorito dal modello di cyborg advisory e dalla crescente attenzione dei clienti verso soluzioni di consulenza evoluta”.

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Categories: Finanza e Mercati