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Banca Etruria, oggi la richiesta di fallimento

I giudici del Tribunale fallimentare di Arezzo si sono riservati sulla dichiarazione di insolvenza chiesta dal commissario di Banca Etruria Santoni e sull’eccezione di incostituzionalità del bail-in avanzata dai legali dell’ultimo presidente Lorenzo Rosi, gli avvocati De Sario e Giunta. È quanto hanno detto gli stessi legali al termine dell’udienza di stamani durata un’ora e venti.

L’istituto di credito è stato commissariato nel febbraio 2015 dopo che la Banca d’Italia aveva individuato, sulla base delle ispezioni compiute, un grave dissesto finanziario. Sulla richiesta di insolvenza è stato chiamato a giudicare il collegio guidato dal presidente del Tribunale Clelia Galantino, con il giudice relatore Antonio Picardi e il giudice Paolo Masetti.

Il 28 dicembre il liquidatore Giuseppe Santoni ha presentato la dichiarazione di insolvenza, passo necessario dopo il cosiddetto decreto salva-banche approvato dal governo il 22 novembre scorso che ha causato la messa in liquidazione coatta di Banca Etruria.

Se il verdetto accoglierà il ricorso di Santoni, verrà dichiarato lo stato di insolvenza e il fallimento. A quel punto, il Tribunale nominerà un curatore fallimentare; se questi dovesse ravvisare condotte penalmente rilevanti a carico dei vecchi amministratori (tra cui l’ex presidente Lorenzo Rosi e l’ex vice presidente Pier Luigi Boschi, padre del ministro Maria Elena), il collegio dei giudici trasmetterà la relazione alla Procura di Arezzo. Toccherà quindi al procuratore capo Roberto Rossi e agli altri pubblici ministeri del pool che indagano sul caso Banca Etruria (sono stati aperti finora quattro filoni d’inchiesta) analizzare le ragioni che hanno portato l’istituto di credito ad avere i conti in profondo rosso, ipotizzando il reato di bancarotta fraudolenta. Nella relazione di Santoni compare, tra l’altro, una severa critica della gestione dei prestiti concessi dall’istituto e mai rientrati per le difficoltà economiche, quantificati in «circa 3 miliardi di euro». Si legge nella relazione: «Le criticità affrontate con grave ritardo dagli organi aziendali erano consistite nella mancata tempestiva adozione di strategie, politiche e strutture dedicate alla gestione dei crediti deteriorati».

Ad aprire l’udienza del Tribunale Fallimentare sarà il giudice relatore Antonio Picardi. Poi prenderà la parola il commissario liquidatore Giuseppe Santoni che presenterà la sua relazione. Toccherà quindi ai legali dell’ultimo presidente della vecchia Banca Etruria prima del commissariamento, Lorenzo Rosi, gli avvocati Michele Desario e Antonio Giunta, illustrare la memoria difensiva già depositata in cancelleria. Secondo quanto si è appreso, gli avvocati Desario e Giunta potrebbero sollevare la questione di costituzionalità sul decreto salva-banche che sarebbe considerato illegittimo sotto il profilo della violazione degli articoli 3 (principio di eguaglianza) e 47 (tutela del risparmio). Se la richiesta di una pronuncia della Corte costituzionale verrà accolta dai giudici aretini, l’udienza si interromperà in attesa della sentenza della Consulta; diversamente l’udienza andrà avanti e il Tribunale potrebbe decidere di ascoltare il rappresentante della Banca d’Italia e infine i commissari Antonio Pironi e Riccardo Sora che hanno guidato la banca dal febbraio al novembre 2015.

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Categories: Finanza e Mercati