Come tutti i banchieri centrali, il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è abituato ad usare un linguaggio prudente ma stavolta non le ha mandate a dire ai falchi della Bce. Visco è perfettamente consapevole che l’impennata dell’inflazione (+8,9% a settembre con carrello della spesa a +11,1 su base annua come nel 1983) richieda una politica monetaria diversa rispetto al recente passato e che il rialzo dei tassi sia inevitabili, ma sono le modalità e i tempi a fare la differenza e ad accentuare o a frenare i rischi di recessione.
BANCA D’ITALIA, VISCO: “SCONISIGLIABILE LA PREDERMINAZIONE DEL RIALZO DEI TASSI”
“L’elevata incertezza che circonda le prospettive economiche suggerisce prudenza – ha detto il Governatore intervenendo a un convegno della Fondazione Cesifin-Alberto Predieri e dell’European University Institute – nel fissare il “ritmo” dei rialzi dei tassi e sconsiglia vivamente di mirare a raggiungere un valore terminale predeterminato per i tassi ufficiali”. Per Visco la Bce dovrà, al contrario, valutare di riunione in riunione i passi da fare ma “non vedo comunque oggi alcuna ovvia ragione per legarci le mani con ipotesi di incrementi straordinariamente elevati come quelli che da alcune parti si leggono, in qualche caso estrapolando il più recente passato o l’esperienza di altri Paesi”.
BANCA D’ITALIA, VISCO: “UN GRAVE ERRORE SEGUIRE CIECAMENTE LA FED”
Visco arriva direttamente al cuore dei problemi e, senza reticenze, manda ai falchi della Bce un segnale chiarissimo in vista delle prossime riunioni del board: “Ipotizzare che la Bce segua ciecamente la Fed nei prossimi mesi potrebbe essere un grave errore“. Qual è il pericolo che vede il Governatore della Banca d’Italia? Che “i rialzi dei tassi potrebbero avere ripercussioni più forti sull’inflazione quando l’economia ha già registrato un netto rallentamento, con il rischio di innescare o amplificare una recessione e senza avere avuto – nella misura in cui i rincari dell’energia continuano ad essere il motore della crescita dei prezzi al consumo – effetti particolarmente visibili sull’inflazione”.