Condividi

Banca d’Italia tra difesa e attacco

Forse nelle Considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia ci si aspettavano parole più forti e decise sulla situazione delle banche italiane ma sull’immobilismo dell’Europa e sulle rigidità della regolazione bancaria europea Visco è passato all’attacco criticando apertamente il dogmatismo della Bundesbank – Ha sorpreso però il silenzio sulla riforma costituzionale.

Banca d’Italia tra difesa e attacco

La politica di riforme sta avendo successo in Italia. Il Jobs act ha contribuito a rimettere in moto il mercato del lavoro, i cambiamenti delle norme sulle Banche popolari e sulle BCC, sono di grande rilievo. Il nostro potenziale di crescita può essere innalzato proseguendo a ritmo serrato con le riforme strutturali tra le quali fondamentali sono quelle atte a creare un ambiente più favorevole alle imprese, come ad esempio la legalità, il funzionamento della PA, la Giustizia, le regole fallimentari, la concorrenza e l’innovazione.

Questo il senso delle Considerazioni lette dal Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco di fronte ad un folto pubblico di politici, banchieri ed esperti. E’ peraltro apparso strano a molti osservatori che in questo lungo elenco di riforme Visco non abbia ritenuto opportuno fare nemmeno un cenno alla riforma della Costituzione approvata dal Parlamento e sulla quale si esprimeranno in autunno gli italiani con un referendum. Una riforma che quantomeno costituisce la premessa per poter avere un sistema istituzionale più snello ed efficiente, in grado di affrontare tutti gli scogli che normalmente ostacolano il cammino delle altre riforme.

E tanto più è sembrata strana questa omissione considerando che il Governatore non ha esitato ad esprimersi in maniera molto ferma sui rischi di un eventuale esito negativo del referendum inglese sulla permanenza della Gran Bretagna nella UE. Né sono mancate nella relazione altre considerazioni più politiche come quelle riguardati la tentazione di parte dell’opinione pubblica europea e di qualche governante, di risolvere i grandi problemi che frenano la ripresa europea, chiudendosi entro le frontiere nazionali, innalzando muri fisici o regolamentari, nella illusione di poter gestire gli squilibri portati dalla crescente integrazione mondiale nel ristretto ambito dei singoli paesi.

E’ evidente – ha detto Visco – che la risposta alle ansie delle persone deve essere ricercata in una più stretta integrazione dell’Europa ed in una gestione più politica dei bilanci pubblici e delle norme che regolano l’integrazione. Forse da Visco ci si aspettavano parole più forti e decise sulla situazione delle banche italiane. Non che siano mancate prese di posizione chiare sul percorso da seguire per ridare al sistema bancario il ruolo di sostegno degli investimenti delle imprese e di finanziamento dei consumi delle famiglie. Alle banche si chiede una riorganizzazione imponente, anche utilizzando appieno le nuove tecnologie e riducendo la presenza territoriale. Nello stesso tempo
non sono mancate le critiche verso le autorità di Bruxelles ed alla vigilanza europea per l’applicazione troppo rigida del nuovo disegno istituzionale che scarica le crisi bancarie solo sulle varie categorie di risparmiatori senza tener conto degli effetti “sistemici ” che crisi, anche limitate, possono provocare non solo in ambito nazionale, ma anche a livello comunitario.

Questo vale per l’interpretazione troppo rigida data alle normative sugli aiuti di Stato, per la mancata gradualità nell’applicazione del bail in, e per la difficoltà di completare in tempi rapidi l’Unione bancaria. Né è mancata una risposta alle posizioni della Bundesbank sui titoli di stato nei portafogli delle banche, ricordando che certe posizioni dogmatiche potrebbero portare addirittura ad aggravare i rischi anzichè ridurli. Tuttavia sull’azione della Vigilanza la posizione è stata solo difensiva. Nemmeno una citazione è stata dedicata alla situazione delle banche venete alle quali è stato consentito per molti anni di vendere le proprie azioni a prezzi gonfiati e per di più con pratiche truffaldine.

E’ corretto dire che la Vigilanza non può e non deve sostituirsi alle autonome scelte gestionali delle singole banche perchè questo negherebbe l’essenza stessa dell’autonomia delle aziende di credito quali libere imprese operanti sul mercato, ma certo sono mancati richiami tempestivi e severi di fronte a pratiche non certo trasparenti di alcune banche nei confronti dei risparmiatori. Nel complesso il Governatore della Banca d’Italia mette bene in rilievo i rischi e le opportunità che la nostra economia ha di fronte. La politica monetaria molto espansiva della Bce ci offre una finestra di opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire.

Il nostro destino è quello di contribuire a far avanzare l’Europa verso una più stretta integrazione. Per farlo dobbiamo continuare ad affrontare le fragilità del nostro sistema, come abbiamo fatto in questi anni, rafforzando la nostra credibilità che è molto cresciuta dopo la riforma delle pensioni e quella del mercato del lavoro. Non dobbiamo dare ascolto a quanti affermano che da soli potremmo fare meglio. “Sono proprio l’entità e la diffusione dei rischi ai quali siamo esposti a richiedere una strategia comune”, ha ribadito Visco. Bisogna superare la fase dell’emergenza e far progredire l’Europa verso una vera strategia comune a partire dalla sicurezza e dall’immigrazione.

Se si riuscisse a superare i particolarismi e le diffidenze su questi due aspetti, si creerebbe allora un clima favorevole per arrivare ad una vera politica comune di bilancio e quindi poter fare una reale politica comune per la crescita.

Commenta