Il nuovo Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, terrà per la prima volta questa mattina, nella storica sede di Via Nazionale 91, le sue Considerazioni finali che, come ogni 31 maggio, sono un appuntamento fondamentale per l’Italia della politica, dell’economia e della politica. C’è da scommettere che Panetta non perderà l’occasione per spronare la Bce, nel cui board è stato fino a pochi mesi fa, a tagliare finalmente i tassi. L’inflazione in Europa non è ancora vinta del tutto e non è ancora al 2% ma è calata e sta calando e non c’è motivo di indugiare perché, lasciando invariati i tassi, il rischio di frenare la crescita economica se non di aprire la strada alla recessione sarebbe forte.
Ma buona parte delle Considerazioni finali saranno rivolte, al di là della politica monetaria della Bce, alle grandi sfide che attendono l’Europa, alla vigilia delle elezioni europee e delle due guerre non lontane, e che attendono l’Italia. La nostra economia cresce più di quella francese e tedesca ma non è il frutto delle riforme di cui il nostro Paese avrebbe un grande bisogno e che finora il Governo ha annunciato ma per nulla realizzato. Il rialzo del Pil, anche se modesto e probabilmente inferiore nel 2024 all’1%, è principalmente il frutto degli investimenti legati al Pnrr che tutti ci auguriamo continuino e si accoppia a una benefica crescita dell’occupazione ma sconta salari netti più bassi di quelli di altri partner europei. Sono problemi rispetto al quali non si può nascondere la testa sotto la sabbia come non si possono ignorare gli effetti del nuovo Patto di stabilità su tutta la nostra politica di bilancio e in particolare sulle dinamiche del deficit e del debito. Crescere di più per abbassare il debito pubblico è il monito che ci si aspetta da Panetta sulla scia della innovativa strategia inaugurata a suo tempo del Governo Draghi e che tanti benefici ha recato all’Italia e non solo in termini di autorevolezza e di reputazione internazionale. Panetta era stato individuato dalla premier Giorgia Meloni come possibile nuovo ministro dell’Economia, incarico che declinò in vista dell’approdo al vertice della Banca d’Italia, ma da Governatore ci si attende che non abbia alcuna timidezza dello spronare il Governo sulla via di una adeguata politica economica e sull’adesione al Mes dopo le elezioni.
Da Panetta ci si attendono anche considerazioni importanti sulla finanza: sia sul Ddl Capitali, che può creare grossi problemi nella governance di società del calibro di Generali e Mediobanca, sia in vista del nuovo Tuf che il Governo ha promesso di approntare. Oltre che sullo stato delle nostre banche, qualche riflessione ci si attende anche sulle regole europee che rendono assai complicate le fusioni bancarie internazionali e che impediscono all’Italia e all’Europa di creare campioni in grado di competere con i giganti bancari americani. Insomma, di carne al fuoco ce n’e molta e la speranza è che stamattina, di fronte al gotha dell’economia e della finanza, il nuovo Governatore soddisfi pienamente le attese della vigilia.