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Banca d’Italia, il testamento di Visco: trovare un’intesa collettiva per avere più sviluppo e più equità

Imagoeconomica

Nelle sue ultime Considerazioni Finali lette all’assemblea della Banca d’Italia, il Governatore Ignazio Visco (che il prossimo novembre lascerà dopo 12 anni la carica) ha voluto lasciare un messaggio rivolto a tutti gli italiani di buona volontà e soprattutto ai giovani  se riusciremo a convincere la maggioranza dei nostri concittadini a condividere le sfide ambientali, demografiche e tecnologiche che abbiamo di fronte, potremo crescere economicamente e potremo avere una società più equa e più soddisfatta. 

Visco: le 3 sfide che Italia ed Europa devono affrontare

In una relazione un po’ più lunga del solito, Visco ha indicato in modo chiaro e preciso tutti i temi che non solo il nostro Paese ma tutto il mondo, dovrà affrontare per assicurarsi un futuro di pacifico progresso. In primo luogo occorre respingere le tentazioni protezionistiche e salvaguardare l’apertura delle frontiere. E questo vale in modo particolare per un paese esportatore come il nostro. In secondo luogo l’Europa, che pure negli ultimi anni ha saputo fare notevoli passi avanti (a partire dalla gestione della pandemia) deve fare ulteriori progressi che, sul piano economico, sarebbero rappresentati da un bilancio comune di tipo federale. Infine l’Italia, che ha saputo reagire alle ultime crisi (sanitaria ed energetica) meglio del previsto, ha di fronte a sé la possibilità di lasciarsi definitivamente alle spalle gli ultimi 25 anni di bassa crescita, di stagnazione dei salari e di incapacità di cogliere le occasioni che la grande apertura dei mercati internazionali avrebbe potuto offrire al nostro Paese. Ma per farlo occorre che tutti i cittadini abbiano piena consapevolezza della posta in gioco e, al di là delle differenze politiche, sappiano trovare la strada giusta per collaborare e per assumere atteggiamenti individuali coerenti con i grandi target che dobbiamo raggiungere. 

Quello di Visco non è un generico appello al “volemose bene”, né una manifestazione di ottimismo di maniera. Il governatore non ha evitato di sottolineare i nostri punti di debolezza, ormai storici, ma ha anche voluto mettere in evidenza i nostri punti di forza e soprattutto ha ricordato la necessità di fare, o completare, quelle riforme di cui si parla da tanti anni a cominciare dalla efficienza della PA, e dalla scuola e formazione, passando per la crisi demografica, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per arrivare alla concorrenza ed alla riforma fiscale. Quest’ultima indispensabile per tassare meno il lavoro e per eliminare gli ostacoli che impediscono la crescita dimensionale delle imprese.  

Visco: “Obiettivo principale è vincere l’inflazione”

Nell’immediato il problema principale per l’intera Europa è quello di vincere l’inflazione. Per farlo la Bce dovrà adottare una politica improntata alla cautela e cioè tesa, da un lato, ad evitare una restrizione monetaria insufficiente che consoliderebbe nel sistema le aspettative inflazionistiche con conseguenze disastrose per lavoratori e risparmiatori, e dall’altro un inasprimento sproporzionato dei tassi che farebbe precipitare l’economia in recessione con conseguenze drammatiche per l’occupazione.

Per aiutare la Bce in questo difficile gioco di equilibrio occorre che i bilanci dei singoli Stati siano improntati alla prudenza e che non si inneschi una spirale di crescita salariale che a sua volta comporterebbe ulteriori aumenti dei prezzi. 

Le istituzioni, ma anche i cittadini, devono essere ben consapevoli che il tentativo di recuperare subito quanto si è perso nei mesi precedenti a causa dell’inflazione spinta da eccezionali rincari dell’energia, è destinato al fallimento e all’aggravamento della condizione generale dell’economia. Il recupero dei redditi persi a causa dell’aumento dei prezzi può avvenire solo mantenendo alto il tasso di crescita della nostra economia,  crescita che a sua volta dipende dalla produttività del lavoro e da un buon volume di investimenti sia sulle infrastrutture pubbliche sia sulle nuove tecnologie da introdurre nelle aziende. 

Visco: le crisi bancarie e la crisi demografica

Il Governatore ha dedicato ampio spazio al sistema bancario ed alle crisi che hanno colpito alcune banche di medie dimensioni negli USA e una grossa banca Svizzera.

Nella UE non ci sono allarmi. Tuttavia è necessario mantenere alta la vigilanza e soprattutto completare le regole dell’Unione bancaria (il MES è indispensabile) e dell’integrazione del mercato finanziario. Anche le regole della risoluzione vanno riviste considerando che anche le banche di piccole e medie dimensioni possono dare origine a crisi sistemiche. 

Veramente importanti sono le pagine dedicate alla crisi demografica. Tra vent’anni, se non ci saranno correzioni, la popolazione tra i 15 e i 64 anni calerà in Italia si oltre 6 milioni di individui. Ci sarà quindi carenza di lavoratori che potrà essere affrontata in vari modi: aumentando la partecipazione al lavoro dei giovani e delle donne, oltre che di una parte degli anziani, ma anche con una gestione davvero nuova e intelligente dell’immigrazione. 

Una relazione davvero di grande interesse, tesa a richiamare l’attenzione del Paese sui temi di fondo che dovremo affrontare nei prossimi anni. Ci auguriamo che la classe dirigente e soprattutto i vari esponenti dell’attuale governo trovino il tempo di leggere con attenzione la “predica” del Governatore ed abbiamo il coraggio di abbandonare le facili promesse demagogiche ed applicarsi a quei cambiamenti di fondo che possono davvero decretare il successo dei nostro paese negli anni a venire.

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