Chi sarà il nuovo Governatore della Banca d’Italia quando il primo novembre prossimo Ignazio Visco lascerà per sempre Via Nazionale? La danza per la successione è scattata un minuto dopo la fine delle Considerazioni finali di Visco nella tarda mattinata del 31 maggio. E proseguirà fino a settembre-ottobre quando arriverà la fumata bianca per la nomina del nuovo Governatore. In realtà, al contrario di quanto scrive qualche giornale, non c’è nessun derby in corso, perché il vero candidato alla successione di Visco è uno solo ed è Fabio Panetta, romano, 64 anni il prossimo primo agosto, già Direttore Generale della Banca d’Italia e dal primo gennaio del 2020 membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, la Bce, dove è apprezzato per la competenza tecnica ma anche per la determinazione.
Fabio Panetta, già fedelissimo di Fazio e oggi colomba in Bce
Già fedelissimo del discusso ex Governatore Antonio Fazio ma in ottimi rapporti anche con il suo successore a Via Nazionale, Mario Draghi, Panetta non ha esitato nei mesi scorsi ad alzare la voce nel board della Bce per frenare la furia della Bundesbank e dei Governatori dei Paesi del Nord Europa – i gufi della Banca centrale – che vorrebbero una stretta monetaria ancora più forte per stroncare l’inflazione ma a rischio di provocare la recessione. In piena sintonia con la linea pragmatica sostenuta da Visco, Panetta guida le colombe della Bce e chiede equilibrio: rialzo dei tassi sì ma non alla cieca, bensì sulla base del reale andamento dell’inflazione e dell’economia europea. Competenza tecnica indiscussa e fiuto politico sono le armi del successo, prima nazionale e poi europeo, di Panetta ed è per questo che in pole position per la successione a Visco c’è lui.
L’iter per la nomina del nuovo Governatore, che durerà in carica 6 anni eventualmente rinnovabili una sola volta, è lungo e comincerà subito dopo le vacanze estive. Prima sarà il Consiglio Superiore della Banca d’Italia a esprimere un parere non vincolante sulla scelta del numero uno di Via Nazionale, poi toccherà al Consiglio dei ministri, sentito il Ministro dell’Economia e il Consiglio Superiore della Banca, avanzare una proposta che spetterà al Presidente della Repubblica decidere di rendere effettiva per decreto. In buona sostanza la nomina uscirà dal confronto tra la premier Giorgia Meloni e il Capo dello Stato Sergio Mattarella ma il parere del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e del Consiglio Superiore di via Nazionale non saranno ininfluenti, soprattutto in questa occasione. E vedremo poi il perché.
Bce, se Panetta dovesse lasciare non è automatico che la sua poltrona passi a un italiano
Paradossalmente proprio il prestigio internazionale e la riconosciuta competenza tecnica di Panetta rischiano di diventare un handicap per lui. Perché il posto di primissimo piano che Panetta occupa oggi al vertice della Bce non è intercambiabile e non è affatto detto che, in caso di sue dimissioni, spetti ancora a un italiano. Sguarnire un presidio fondamentale al vertice della Bce per il nostro Paese, zavorrato dall’elevatezza del debito pubblico, sarebbe un azzardo. I fan di Panetta sostengono che sia un pericolo solo teorico quello di perdere la poltrona italiana nel board della Bce perché la prassi dei Consigli europei non è quella di alterare unilateralmente gli equilibri ai vertici delle istituzioni e in questo caso della Bce. Può darsi che le cose vadano così e che il candidato in pectore a rappresentare in quel caso l’Italia nel board della Bce, ossia Piero Cipollone, attuale Vicedirettore della Banca d’Italia e già superconsulente economico del premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, debba dopo l’estate preparare le valigie per Francoforte. Le perplessità che Giorgia Meloni suscita in Europa e il suo disallineamento dalla Francia e dalla Germania non permettono però, allo stato attuale delle cose, di dare per scontato che, nel caso di dimissioni di Panetta, il suo successore nel board dell Bce sia automaticamente un italiano.
Banca d’Italia: se la Meloni nominasse un Governatore amico, le opposizioni denuncerebbero il regime
Ma c’è un altro aspetto, politico e istituzionale insieme, che investe la candidatura di Panetta alla guida della Banca d’Italia e che finora è rimasto sotto traccia, ma che potrebbe assumere ben altra valenza nel momento in cui l’iter per la nomina del nuovo Governatore entrerà nel vivo. A Via Nazionale anche i muri sanno che Panetta, fin da giovane, ha sempre avuto simpatie di destra e la prova provata è nel fatto che la premier Giorgia Meloni lo voleva come suo Ministro dell’Economia, incarico che Panetta declinò per restare in Bce in vista della successione in Banca d’Italia. Ma se il profilo politico di Panetta non è esattamente indipendente ed è vicino a quello del Governo di destra-centro, è evidente che si apre un problema di opportunità politica e di pesi e contrappesi che difficilmente potrà essere ignorato a tutti i livelli istituzionali. Dopo la conquista della Rai e di larga parte dei gruppi pubblici e dopo l’insofferenza mostrata nei confronti di organi di controllo come la Corte dei Conti, il Governo Meloni metterà le mani anche sulla Banca d’Italia offuscando la sua tradizionale indipendenza con la nomina di un Governatore amico? Se succedesse, malgrado Panetta sia un indiscutibile civil servant, per le opposizioni sarebbe un gioco da ragazzi denunciare il clima di regime instaurato dal Governo Meloni, facendo arricciare il naso a più di un’istituzione.
Banca d’Italia: le alternative alla candidatura Panetta
Se queste perplessità di ordine internazionale ma anche politico-istituzionali di tipo interno attorno alla candidatura Panetta dovessero crescere, esistono delle alternative credibili? In quel caso dipenderebbe da ciò che vorrà fare il Governo: scegliere il futuro Governatore all’interno della Banca d’Italia come da tradizione (con la sola eccezione recente di Mario Draghi) o chiamare un Papa straniero? Nel primo caso l’unica l’alternativa autorevole a Panetta è quella dell’attuale Direttore Generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, fiorentino, 67 anni, già assistente di Mario Draghi all’Università di Firenze, economista apprezzato dentro e fuori Via Nazionale ma uomo schivo e riluttante alle luci della ribalta e alle frequentazioni politiche. Nel secondo caso, quello di un candidato esterno ma con solidi precedenti in Banca d’Italia, il nome che girava fino a qualche settimana fa era quello di Daniele Franco, già Direttore Generale di Via Nazionale prima di diventare ministro dell’Economia nel Governo Draghi. Adesso però Franco è in pole position per diventare Presidente della Bei, la Banca Europei degli Investimenti.
Chi sarà dunque il futuro Governatore della Banca d’Italia? Ad oggi Fabio Panetta resta il candidato più gettonato ma i giochi non sono ancora chiusi e sulle nomine pubbliche la politica è sempre una mina vagante.
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Bellissima intervista