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Banca centrale del Giappone vara stimoli all’economia e dà la carica alle Borse. Bene Piazza Affari

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LA BANCA DEL GIAPPONE DA’ LA CARICA ALLE BORSE

A PIAZZA AFFARI BANCHE (E FIAT) CERCANO IL RIMBALZO

La carica del Toro è ripresa stamane sui mercati asiatici. La Borsa di Tokyo si avvia a chiudere la seduta con un rialzo del 1,6%. Segue a ruota Hong Kong con un rialzo superiore al 1 per cento.

Il rally asiatico, al pari di quelli che l’hanno preceduto in Europa e in Usa, ha una spiegazione precisa: l’intervento della banca centrale. All’inizio del suo meeting mensile la BoJ ha annunciato un robusto pacchetto di stimoli per l’economia: 5 mila miliardi di yen, l’equivalente di 64 miliardi di dollari.

Intanto trova una spiegazione la sorprendente discesa dei prezzi del greggio di lunedì, confermata dalle quotazioni odierne (95,10 dollari il barile per il Wti). L’Arabia Saudita ha fatto sapere ai principali clienti che è pronta ad aumentare le forniture di greggio da qui a fine anno per calmare i prezzi “troppo alti”. Lo riferisce il Financial Times.

Dallo scorso giugno il Brent ha guadagnato il 33 per cento fino ad un picco di 117 dollari il barile venerdì scorso, prima di arretrare di 4 dollari in soli quattro minuti nel pomeriggio di lunedì. Il calo del greggio potrebbe rivelarsi l’arma in più per Barack Obama, accusato da Mitt Romney per i livelli di prezzo raggiunti dalla benzina.

Seduta incerta ieri a Wall Street, ormai entrata nell’attesa in clima preelettorale: Dow Jones +0,09%, S&P -0,13% e Nasdaq giù dello 0,03%.

Continua a far storia a sé Apple +0,30%, ieri salita a quota 701,91 dollari, nuovo record assoluto.

Stabile l’oro a 1774 dollari l’oncia.

Stabili anche le quotazioni dei titoli di Stato: il Btp a 10 anni in serata è scambiato a un rendimento del 5,03% con spread invariato a 340 punti. In mattinata c’è stato il buon successo dell’asta spagnola: Madrid ha collocato 3,56 miliardi titoli a 12 mesi con un rendimento al 2,83% dal 3%, e un altro miliardo a 18 mesi al 3,07% dal 3,3%.

L’euro tratta a 1,3070 contro il dollaro.

Non giova ai mercati l’eco delle solite schermaglie europee, visto l’esito deludente del vertice Ecofin di Cipro da cui non sono emerse le condizioni operative per mettere in azione i fondi salva Stati.

Anche il trasferimento della vigilanza bancaria alla Bce si annuncia più lento e contrastato di quanto sperato: i negoziati sono stati affidati ad un ‘gruppo ad hoc’ di tecnici, in attesa di una successiva verifica ad un livello più elevato. Una scelta voluta dalla Germania che rallenterà il processo della riforma su cui Berlino continua a nutrire grosse perplessità.

Seduta in netta discesa ieri per Piazza Affari, con l’indice FtseMib in ribasso del 2,3%. In calo anche le altre Borse europee, ma con perdite inferiori: Londra è scesa dello 0,1%, Parigi -0,8%, Francoforte -0,4%.

Per la seconda giornata consecutiva gli operatori hanno preferito realizzare i guadagni delle precedenti sedute. A Milano le vendite hanno colpito soprattutto le banche. In Europa le perdite maggiori hanno riguardato il settore automotive (indice Stoxx), sceso del 2,2%, le banche hanno perso il 2%, assicurazioni -1,5%.

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Stabili le quotazioni dei titoli di Stato: il Btp a 10 anni in serata è scambiato a un rendimento del 5,03% con spread invariato a 340 punti. In mattinata c’è stato il buon successo del l’asta spagnola: Madrid ha collocato 3,56 miliardi titoli a 12 mesi con un rendimento al 2,83% dal 3%, e un altro miliardo a 18 mesi al 3,07% dal 3,3%.

In Piazza Affari fra le blue chip in maggior ribasso c’è stata Fiat, ancora nell’occhio del ciclone delle polemiche politico-sindacali dopo la conferma della cancellazione del piano di investimenti da 20 miliardi di euro in Italia. Il titolo è sceso del 4,2%. Intervistato da Repubblica, l’amministratore delegato Sergio Marchionne ha detto che il gruppo non intende lasciare l’Italia. Nel pomerigio di ieri l’ad del Lingotto ha avuto una lunga telefonata con il presidente del Consiglio Mario Monti.

E’ stato così fissato un incontro sabato 22 alle ore 16 a Palazzo Chigi. Lo comunica la presidenza del Consiglio. All’incontro – riferisce una nota – parteciperanno, per il Governo, oltre il presidente Monti, il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera e il ministro del Lavoro Elsa Fornero e, per la Fiat, il presidente John Elkann e Marchionne. Intanto lo stesso Elkann fa sapere che “’nella mia famiglia c’e’ assoluta sintonia: siamo tutti estremamente uniti e di grandissimo sostegno a Marchionne’.

Esplode in Piazza Affari la febbre per Rcs +22,7%. Nella seduta di oggi, per decisione di Borsa spa, non sarà consentita l’immissione di ordini senza limite di prezzo sulle azioni ordinarie e risparmio Rcs. Su richiesta della Consob, Diego Della Valle comunica di possedere alla data odierna, direttamente e attraverso societa’ dallo stesso controllate, una partecipazione pari all’8,695% del capitale rappresentato da azioni con diritto di voto nel gruppo di via Solferino. L’ultima comunicazione dava Della Valle al 5,4% del capitale.

Le vendite sono state molto consistenti sulle banche: Unicredit ha perso il 4,5%, Intesa il 5,8%.

Pop. Milano ha chiuso in ribasso del 3,1% dopo che Hsbc ha abbassato il giudizio a “underweight” da “neutral”. Oggi si annuncia una giornata storica per la banca di Piazza Meda: viene sciolta l’associazione degli Amici che per anni ha svolto la funzione di azionista di riferimento dell’istituto, distribuendo favori e promuovendo carriere.

Generali è scesa del 4,1%.

In forte calo Mediaset -2,7%. Ieri la società è ufficialmente uscita, con un comunicato polemico e sarcastico, dalla gara per la7. La società precisa di “aver ricevuto un invito da Mediobanca il 15 giugno scorso a manifestare eventuale interesse all’information memorandum sull’eventuale cessione”. “Già a luglio, prosegue la nota, l’esame dei dati in nostro possesso ha ribadito l’orientamento che ha sempre sconsigliato alla nostra società qualsiasi impegno relativo agli asset in vendita del gruppo Telecom. Orientamento che non si e’ mai modificato e che confermiamo a tutt’oggi”. “Auspichiamo – chiude la nota – che il processo di cessione prosegua con successo – e con nuove brillanti performance borsistiche – senza piu’ utilizzare il nome della nostra società per creare visibilità e interesse intorno alla dismissione di un’attività in cerca di acquirenti che vanta risultati di bilancio da sempre negativi”.

A lungo sospesa per eccesso di rialzo, Telecom Italia Media ha chiuso con un balzo all’insù del 21%.

Finmeccanica è scesa dell’1,6%. “Il processo di consolidamento dell’industria della difesa in Europa e’ auspicabile e noi di questo processo vogliamo esserne parte”. Cosi’ il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola si è espresso sulla possibile fusione tra Eads e Bae Systems e sui riflessi di questo merger su Finmeccanica.

Saras ha guadagnato il 6,5% dopo l’annuncio che sta negoziando un accordo con la russa Rosneft.

Fra le blue chip spiccano infine i rialzi di Campari +1,5% e Ferragamo +1,1%, quest’ultima è stata inserita da Goldman Sachs nella sua “conviction buy list” .

Categories: Finanza e Mercati