La desistenza è riuscita e la maggioranza assoluta per il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella si allontana.
Si è chiuso martedì alle 18 il termine per la presentazione delle liste che parteciperanno al secondo turno delle elezioni francesi in programma domenica 7 luglio. E alla fine dei giochi 218 candidati arrivati terzi o quarti nelle loro circoscrizioni, ma passati comunque al ballottaggio, hanno accettato l’appello a “desistere” lanciato dal presidente Emmanuel Macron per spingere il “Fronte Repubblicano” e impedire al Rassemblement National di raggiungere la tanto agognata maggioranza assoluta. Restano comunque da affrontare 81 triangolazioni e 2 quadrangolari.
Ballottaggio in Francia: la desistenza è riuscita
Dal primo turno erano risultati 4 quadrangolari e ben 306 triangolari, il maggior numero di ballottaggi a tre nella storia della Quinta Repubblica francese. Da giorni si rincorrevano quindi gli appelli ai candidati di centro o di sinistra arrivati terzi, affinché facessero un passo indietro allo scopo di impedire l’ascesa del Rassemblement National, che al primo turno è risultato il primo partito con oltre il 33% dei voti. Le triangolazioni si sarebbero infatti tenute tra i candidati della destra, spesso arrivati primi, e quelli del Nuovo Fronte Popolare e di Ensamble, la coalizione guidata dal presidente Macron, che in molte circoscrizioni si alternavano al secondo e terzo posto. Trasformando i triangolari in duelli, i voti del centro e della sinistra si concentreranno su un singolo candidato (o almeno questa è la speranza) che avrebbe maggiori chance di sconfiggere il rivale della destra.
In molti casi gli appelli sono andati a buon fine e in Francia si è rimesso in piedi il Fronte Repubblicano, quel riflesso politico che per decenni ha unito le forze opposte all’estrema destra per impedire prima a Jean-Marie, poi a Marine Le Pen, di andare al potere.
Per il Rassemblement National la maggioranza assoluta si allontana
Con la desistenza, secondo la maggior parte degli analisti, la maggioranza assoluta per il Rassemblement National si allontana. Grazie ai 218 passi indietro, 130 dei quali arrivati dalla sinistra del Nuovo Fronte Popolare e 82 dai macroniani e dalla maggioranza uniti sotto l’etichetta Ensemble, i triangolari, dove Le Pen contava di vincere il maggior numero di seggi, si sono ridotti da 306 a 81 (si aggiungono 2 quadrangolari) e gli scontri a due sono saliti a quota 190.
Le polemiche tra Macron e Le Pen
La giornata di ieri è stata dunque cruciale, ma fino alle 18, termine ultimo per la presentazione delle liste, ha regnato il caos, condito da una forte dose di polemiche.
Particolarmente tesa la situazione all’interno del campo di Macron, dove le testimonianze dalla riunione del governo convocata all’Eliseo sono state drammatiche. Macron e Attal hanno fatto infatti pressioni su ministri e sottosegretari affinché desistessero nelle circoscrizioni in cui erano arrivati terzi. Secondo i giornali francesi in cinque avrebbero detto no, mentre altre cinque ministre avrebbero accolto l’appello.
Nel frattempo, dalla destra, arrivava l’attacco di Le Pen che ha accusato Macron di “colpo di stato amministrativo” per una serie di nomine (vertici di polizia e gendarmeria) che vorrebbe annunciare dopo quella del commissario europeo, Thierry Breton, per precedere l’avvento al governo dell’estrema destra. Il presidente francese ha risposto per le rime, invitando l’avversaria a “mantenere il sangue freddo”.
In serata, dopo l’annuncio delle 218 desistenze anti-Rn, Jordan Bardella ha invece detto a Le Figaro: “Il vero Fronte Repubblicano siamo noi”, quella che si è costituita è “l’alleanza del disonore”. Poi, ostentando sicurezza, ha aggiunto: “Avremo la maggioranza assoluta. La politica va a ondate, quella che sta portando noi è potente”.