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Ballottaggio Francia, è l’ora della verità: il Fronte Repubblicano sfida l’estrema destra di Le Pen. Numeri, sondaggi e scenari

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Dopo la svolta a sinistra del Regno Unito, è arrivato il momento della Francia dove il Nuovo Fronte Popolare ed Ensamble di Emmanuel Macron si giocano il tutto per tutto per evitare un’altra clamorosa svolta che però nel caso di Parigi potrebbe essere verso l’estrema destra del Rassemblement National di Marine Le Pen. Domenica 7 luglio è infatti in programma il ballottaggio delle elezioni legislative francesi, un appuntamento elettorale attesissimo in tutta Europa che sarà determinante per i futuri equilibri del vecchio continente.

Ballottaggio Francia: le informazioni generali

Così come avvenuto al primo turno, gli elettori possono votare dalle 8 del mattino alle 18. Nelle grandi città, tra le quali Parigi, c’è tempo fino alle 20. Subito dopo arriveranno gli exit poll e i primi risultati. 

Le elezioni legislative servono a rinnovare l’intera Assemblea nazionale, composta da 577 deputati che rimarranno in carica per cinque anni, a meno che l’Assemblée nationale non venga nuovamente sciolta in anticipo. Al primo turno sono già stati eletti 76 deputati, di cui 39 del Rassemblement National e dei suoi alleati. 32 del Nouveau Front Populaire, due per Ensemble, uno per i Repubblicani, tre appartenenti ad altre forze.

Ne rimangono dunque 501. Sono poco più di 400 le sfide a due, meno di un centinaio i triangolari. Per quanto riguarda i duelli principali, in 160 collegi il Rassemblement National di Marine Le Pen affronta un candidato del Nuovo Fronte Popolare, in 150 collegi invece la scelta è tra il candidato del Rn e quello di Ensemble. 

Elezioni in Francia: come è andata al primo turno

I dati definitivi del primo turno hanno consegnato al Rassemblement National guidato dal due Marine Le Pen e Jordan Bardella il 33,15% dei voti espressi, 10 milioni di preferenze. Al secondo posto si è piazzato il Nuovo Fronte Popolare, l’alleanza tra i diversi partiti di sinistra, che ha conquistato il 27,99%. Alla maggioranza presidenziale, formata da Ensemble e dal suo alleato Horizons, è andato il 20,76% dei voti, con quasi 7 milioni di preferenze.

Cruciali le desistenze

Dal primo turno erano scaturiti 4 quadrangolari e ben 306 triangolari, il maggior numero di ballottaggi a tre nella storia della Quinta Repubblica francese. Un risultato che avrebbe potuto favorire il Rassemblement National. Le triangolazioni si sarebbero infatti tenute tra i candidati della destra, spesso arrivati primi, e quelli del Nuovo Fronte Popolare e di Ensemble, che in molte circoscrizioni si alternavano al secondo e terzo posto. Sinistra e maggioranza presidenziale, che si rivolgono a un elettorato non uguale, ma in certi casi simile, si sarebbero dunque rubati voti a vicenda, traghettando il partito di Le Pen verso una probabile maggioranza assoluta. 

Da qui la desistenza: 218 candidati arrivati terzi o quarti nelle loro circoscrizioni, ma passati comunque al ballottaggio, hanno accettato l’appello a “desistere” lanciato dal presidente Emmanuel Macron e da alcuni dei leader della sinistra per spingere il “Fronte Repubblicano” e concentrare tutti i voti dell’elettorato di centro e di sinistra su una sola persona, riducendo così le possibilità di vittoria per RN. Tra i ritiri, 129 sono arrivati dal Nuovo Fronte Popolare, 81 da Ensemble. 

Ballottaggi Francia: i quattro scenari post-voto

Il primo scenario è la conquista da parte del Rassemblement National della maggioranza assoluta (pari a 289) dei seggi, a cui seguirebbe la nomina di Jordan Bardella a primo ministro. Grazie alle desistenze, però, questo scenario sembra di ora in ora meno probabile. 

Cosa accadrà allora? Secondo gli esperti ci sono altre tre possibilità. Il secondo scenario prevede la maggioranza relativa per il partito di Le Pen, cosa che porterebbe all’utilizzo di una riserva di voti esterni, almeno per la fiducia al governo e per l’approvazione della legge finanziaria. A concedere questo supporto esterno potrebbero essere i deputati dei Républicains che Marine Le Pen ha definito “compatibili” con un governo Bardella. “Ci bastano 270 seggi per governare”, ha affermato la leader di ultradestra immaginando di trovare gli altri 20 voti in Parlamento.

La terza ipotesi è quella “spinta” dal premier uscente, Gabriel Attal: “una maggioranza plurale“. Parlando in parole povere, potrebbe formarsi una sorta di governo di coalizione che comprenderebbe un campo larghissimo, dai Républicains ai comunisti. Rimarrebbe però fuori la sinistra radicale de France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, incompatibili con macronisti e Républicains, ma della quale è indispensabile una sorta di neutralità.

Ultimo scenario preso in considerazione dagli esperti, anche questo considerato poco probabile, è quello che prevede, in mancanza di una maggioranza, l’arrivo di un governo “alla Draghi”, ossia un esecutivo guidato da una personalità considerata super partes. Si parla di tre ex premier come Lionel Jospin, Jean-Pierre Raffarin e Bernard Cazeneuve. 

Ballottaggi Francia: cosa dicono i sondaggi

Secondo l’ultimo sondaggio Ifop effettuato per Le Figaro le desistenze avrebbero indebolito non poco il Rassemblement National in oltre di 200 collegi elettorali. Il partito di Le Pen potrebbe dunque fermarsi tra i 210 e i 240 seggi, molti meno rispetto a quanto previsto prima del primo turno, quando si parlava di 240-270 deputati eletti da RN. Stabile invece il fronte della sinistra a 170-200, mentre il partito guidato dal presidente uscente Emmanuel Macron è in leggero aumento a 95-125.  

Il sondaggio Toluna Harris Interactive per Challenges, M6 e Rtl, rilanciato da Bfm Tv, prevede invece che il partito di Le Pen dovrebbe al ballottaggio del 7 luglio tra 190 e 220 seggi, contro i 289 necessari. Al Nouveau Front Populaire potrebbero andare invece tra i 159 e i 183 deputati, mentre Ensemble potrebbe attestarsi a 110-135 seggi. I Républicains non dovrebbero invece superare quota 30-50 deputati.

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