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Bagnoli, nuova partenza da 1 miliardo e 200 milioni. Meloni-De Luca nuovo siparietto

Ancora una partenza a suon di miliardi per la bonifica dell’ex area dell’acciaieria. Napoli ci crede sempre meno

Bagnoli, nuova partenza da 1 miliardo e 200 milioni. Meloni-De Luca nuovo siparietto

Non si può mai dire e i cittadini di Bagnoli lo hanno ricordato alla premier Giorgia Meloni. Le attese non finiscono mai e nell’area ex Italsider sono passate due generazioni di uomini e donne in attesa di vedere risorgere il quartiere. Padri, figli e nipoti a guardare un mostro del ‘900 smontato pezzo pezzo per vedere costruire alberghi, porticcioli, lidi balbeari, campi da tennis. Un miraggio triste. Accanto ad attesa, c’è un altra parola che ha accompagnato la vita di migliaia di persone dal 1992: bonifica. Entrambe sono state pronunciate da Giorgia Meloni, Vincenzo De Luca , Gaetano Manfredi, Raffaele Fitto, Bernardo Mattarella, all’ennesima cerimonia di avvio lavori.

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano nato da queste parti forse aspirante governatore della Campania non ha bucato l’occasione perché, si fa per dire, tutto è cultura. Ma quante ne abbiamo viste di sfilate così? Otto, dieci, quindici, nessuno se lo ricorda. Meloni e De Luca hanno deliziato i cronisti con un nuovo siparietto di fantacortesia, rimpallandosi il nuovo miliardo e 200 milioni da spendere nel sito.

“Sono il civile De Luca, benvenuta Presidente”. La cifra è importante ma modesta rispetto a quanto è costata sinora la lusinga della riqualificazione. Una calamita mangiasoldi infausta per destra, sinistra, sindacati, imprenditori, banchieri. Cesare Romiti quand’era alla guida della Fiat mostrò interesse a mettere soldi per il nuovo corso. È morto ultranovantenne e non ha visto mettere nemmeno un mattone. Una società pubblica è fallita sotto un mare di debiti.

“Così fan tutti”

Giorgia era adolescente quando la storica area siderurgica napoletana spegneva gli altiforni e mandava a casa 7 mila dipendenti. La retorica non è mai mancata in questo quartiere simbolo di Napoli e la premier l’ha fatta sua ” ex sito industriale, emblema dell’inquinamento, di progetti annunciati e mai conclusi, sembra davvero la volta buona”. Sebbene non abbia responsabilità dirette le sue parole riportano al “così fan tutti” sul palco del misfatto e tanti saluti all’ambientalismo pragmatico. De Luca, di fianco ai ministri debitori di 7 miliardi di Fondi di coesione, non si è stancato di precisare che quei soldi freschi messi nella mangiasoldi napoletana, sono della Regione. Ha spiegato il balletto di cifre a memoria dei futuri palchisti romani. La sostanza è in un protocollo d’intesa con l’Invitalia di Bernardo Mattarella a garantire che tutto vada per il meglio. Che nasca “un moderno polo turistico balneare e commerciale”. Finalmente? Napoli ci crede sempre meno.

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