Un miliardo di euro, forse più. La bonifica dell’area ex Italsider di Bagnoli ha bisogno ancora di altri soldi. Tanti, a detta della Ministra per il Sud Mara Carfagna. Il caso, tra i più problematici della storia italiana recente, è tornato alla Camera dei Deputati dove la Ministra ha risposto ad interrogazioni di Forza Italia. I deputati chiedevano aggiornamenti sullo stato di attuazione del grande progetto di bonifica. E’ in piedi dal 1997 e nessuno è ancora in grado di dire quando se ne vedrà la fine. La Ministra, tra l’altro, presiede anche la cabina di regia del mega intervento. Da qualche mese ha preso in mano il voluminoso e disastrato dossier e riaperto il dialogo con tutti i soggetti interessati. Sono decine che da anni aspettano di vedere realizzato un disegno di rigenerazione ambientale ed industriale che dia nuova vita ad una parte di Napoli. Era la mostrina del riscatto dell’antica capitale Mezzogiorno, è diventato simbolo dell’inefficienza e dello spreco. Dire che chi aspettava la rigenerazione urbana in tempi ragionevoli è scoraggiato e deluso, è dire poco.
Con Draghi il progetto sta ritornando su livelli più concreti. Aiuta la circostanza che da poche settimane c’è – come partner più attento- il nuovo sindaco di Napoli ed ex Ministro Gaetano Manfredi. Manfredi è stato subito nominato Commissario per la bonifica al posto del manager Francesco Floro Flores . E’ persona pacata, ha trovato un Comune in dissesto, lascito di dieci anni di amministrazioni inefficienti, ma dialoga continuamente con governo e Regione. Un buon avvio che riparte dalle procedure autorizzative e su cui il governo è impegnato a sanare lentezze precedenti. Tanti Ministri si sono cimentati con il caso Bagnoli facendo crescere solo studi, progetti e illusioni. Spesso anche una visione astratta dell’ambientalismo ha finito per frenare cose di buon senso e mettere in fuga capitali.
Di Bagnoli, la Ministra Carfagna parlerà sicuramente a Napoli agli industriali la settimana prossima in uno degli incontri territoriali sul PNRR voluti dal governo. Il miliardo che manca, ha detto intanto ai deputati, “ riguarda la copertura per le attività di bonifica e il finanziamento delle infrastrutture esterne all’area industriale. Mi sono impegnata a coprire quanto meno la progettazione dei lavori con la prossima programmazione del Fondo di Sviluppo e Coesione”.
“Non è possibile che dopo 30 anni ci siano sì dei lavori in corso, ma che non si veda nulla di concreto che si realizza ” ha rilanciato Manfredi. Su Bagnoli è importante il confronto con Invitalia ( soggetto attuatore della bonifica) per avere un cronoprogramma che cominci anche a garantire delle realizzazioni. Il futuro complessivo dell’area per il successore di Luigi De Magistris ? Semplice e attraente. Due progetti avveniristici su ricerca scientifica, valorizzazione del mare, promozione della cultura: ‘Polars’ ed ‘Ecosistema Innovazione Cultura’.
Entrambi fanno affidamento sui fondi del PNRR e vuol dire molto per chi ha avuto poteri commissariali mai dati a De Magistris, che fu, tra l’altro, feroce antagonista di Matteo Renzi quand’era Presidente del Consiglio, sulle modalità attuative della bonifica. Non ha giovato alla buona causa di Bagnoli. Polars sarà un “citizen science” da 14 milioni di euro promosso dal CNR in collaborazione con altri istituti di ricerca. La città lo aspetta come luogo di applicazioni e sperimentazioni.”Ecosistema Innovazione Cultura “, invece, vale 75 milioni di euro e fa capo all’Università Federico II. Sarà un hub di imprese culturali innovative, digitali con dentro decine di PMI e nuova occupazione. Una sorta di Bagnoli 2.0 che puo’ interessare almeno 4 missioni del PNRR, dalla digitalizzazione all’inclusione, al lavoro, incentrata sulla sostenibilità ambientale e la riorganizzazione di spazi urbani. Idea da cui tutto parti’ tanti, tanti, anni fa.