Georgios Karatzaferis, leader del partito di destra Laos, non intende votare a favore delle misure. Già vacilla l’accordo trovato faticosamente ieri ad Atene e comunicato in diretta a Draghi dal premier Papademos. Le Borse accusano il colpo e accelerano i ribassi, mentre lo spread Btp-bund risale sopra i 366. “Non posso votare” questo programma di austerità che “umilia il Paese e non va nella direzione giusta”, ha affermato Karatzaferis, che con il suo partito controlla però solo 16 voti sui 252 che sostengono la coalizione di Papademos, dei 300 totali del Parlamento.
Una posizione che non è detto pregiudichi l’esito del voto, ma che getta nuovi dubbi sulla determinazione della classe politica greca ad andare avanti in un programma di austerity che sta mettendo la popolazione allo stremo. Ma il partito di estrema destra ha fatto di più: i ministri di Laos hanno presentato le proprie dimissioni al Primo ministro Lucas Papademos. Lo riporta Reuters, citando fonti greche. Spetterà a Papademos scegliere se accettare o meno le dimissioni, spiegano le fonti.
Ad Atene sono iniziati oggi i due giorni di sciopero contro le misure e già si sono registrato scontri tra polizia e manifestanti. Il tutto mentre già molti Paesi come Germania e Austria non hanno nascosto il loro scetticismo sull’accordo. Ieri sera a Bruxelles i ministri finanziari della Zona euro non hanno firmato la concessione del nuovo pacchetto di aiuto alla Grecia, ma hanno chiesto ad Atene ulteriori sforzi.
La posizione tedesca sembra non lasciare spazio ad ammorbidimenti: la Grecia potrà ottenere il secondo pacchetto di aiuti soltanto se adempirà agli impegni sulle misure di risparmio, e al momento mancano ancora 325 milioni di euro, trapela dagli incontri che stamani la cancelliera Angela Merkel e il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble hanno tenuto a Berlino. Negli incontri Angela Merkel avrebbe anche affermato: “Un fallimento della Grecia è un rischio che non si vuole affrontare, e che non si potrebbe controllare”. Il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, si dice però “fiducioso che una soluzione possa essere raggiunta la prossima settimana in quanto è di cruciale importanza per la Grecia, i suoi cittadini e la zona euro nel suo insieme”. In agenda è previsto per mercoledì un nuovo Eurogruppo.
Le Borse ampliano i cali della mattinata: il Ftse Mib perde l’1,33%, il Dax l’1,84%, il Cac l’1,31% e il Ftse 100 lo 0,86%.A Milano in forte ribasso sono i bancari: Unicredit cede il 4,65%, Ubi Banca il 4,11% e Intesa il 3,68%. A Torino Enrico Salza prende atto del consenso attorno alla candidatura di Sergio Chiamparino alla guida della Compagnia San Paolo, principale azionista di Intesa. “Rispetto la scelta di Fassino, avrei preferito che Chiamparino restasse in politica, avrebbe stravinto le prossime regionali.
Lui ha fatto una scelta diversa, è legittimo”, ha detto l’ ex presidente del consiglio di gestione di Intesa che avrebbe preferito un “suo” candidato (vedi l’ex sindaco Valentino Castellani). Ma da buon politico Salza ha capito che la partita era chiusa in partenza.In calo anche Fiat (– 3,49%). Non aiutano i dati sulla bilancia commerciale degli Usa, che ha registrato a dicembre il secondo aumento consecutivo del deficit, attestatosi a 48,8 miliardi di dollari (-48,5 miliardi di dollari il consenso), mentre il dato di novembre è stato rivisto a -47,06 miliardi di dollari da -47,75 miliardi.