Condividi

Bagagli smarriti o in ritardo: è caos negli aeroporti, ecco perché succede e qual è il risarcimento previsto

In Europa fra giugno e luglio sono state tre milioni le valigie smarrite, danneggiate o arrivate in ritardo – In questi casi si ha diritto a un risarcimento fino a 1.300 euro

Bagagli smarriti o in ritardo: è caos negli aeroporti, ecco perché succede e qual è il risarcimento previsto

Non solo voli in ritardo o cancellati. L’estate 2022 passerà alla storia anche per un altro problema legato alla ripresa post-Covid del turismo: il caos bagagli. Solo fra giugno e luglio, scrive Il Corriere della Sera, negli aeroporti europei sono state tre milioni le valigie smarrite, danneggiate o arrivate a destinazione molto dopo i rispettivi proprietari. Un record negativo che il quotidiano milanese ha fatto emergere incrociando diversi dati: quelli di decine di aeroporti europei, quelli delle società di handling e quelli di Sita, il gigante internazionale che fornisce al settore la tecnologia per il tracciamento.

Gli strani casi di Londra ed Edimburgo

Ma il fenomeno non è solo incredibilmente esteso: è anche difficile da affrontare sotto il profilo logistico. Dopo aver mancato l’appuntamento sul nastro trasportatore, infatti, centinaia di migliaia di bagagli entrano in un limbo da cui spesso risulta impossibile uscire. Basti pensare che il mese scorso, per correre ai ripari, la compagnia Usa Delta Air Lines ha fatto volare fino all’aeroporto di Londra Heathrow un aeroplano vuoto solo per riportare negli States un migliaio di oggetti fra trolley, attrezzature sportive e passeggini dimenticati da settimane nello scalo della capitale inglese.

In Scozia, invece, le valigie accumulate all’aeroporto di Edimburgo erano talmente tante che è stato necessario ammassarle in uno spazio loro dedicato all’esterno del terminal e a cielo aperto, sotto la pioggia che in quella parte d’Europa è una realtà quotidiana.

Come evitare di avere problemi con i bagagli?

Perfino gli addetti ai lavori propongono soluzioni che suonano piuttosto artigianali. Il capo dello scalo di Francoforte, ad esempio, ha suggerito ai passeggeri di portare con sé valigie di colori improbabili, così da trovarle facilmente in caso sia necessario riconoscerle fra tante. Quanto all’Italia, Pierluigi Di Palma, presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile, ha detto in un’intervista al Corriere che è consigliabile viaggiare solo con il bagaglio a mano per evitare brutte esperienze con le società di handling.

I “cimiteri” di valigie

In ogni caso, è evidente che a risolvere il problema dovranno essere gli aeroporti, molti dei quali si sono trasformati nelle ultime settimane in “cimiteri” di bagagli dimenticati. Oltre agli scali di Londra, Edimburgo e Francoforte, si trovano in questa situazione anche le strutture di Dublino, Manchester, Parigi-Charles de Gaulle, Madrid, Lisbona, Amsterdam, Bruxelles, Berlino, Copenhagen, Stoccolma, Zurigo, Milano, Venezia, Bologna e Atene. Fin qui, l’elenco comprende solo i nomi delle città più importanti, ma in realtà, per limitarsi soltanto all’Europa, gli aeroporti in difficoltà con le valigie sono almeno una cinquantina.

I viaggi con almeno uno scalo sono quelli più a rischio: in questi casi, infatti, la probabilità che il bagaglio si perda per strada nel trasbordo fra un aereo e l’altro è sei volte più alta rispetto ai voli diretti.

Le ragioni del caos

Ma come si è arrivati a questa situazione? Il problema è sempre lo stesso: durante la crisi pandemica molte società di handling hanno tagliato i costi con una pioggia di licenziamenti, salvo poi non essere in grado di riassume in tempo il personale necessario quando il rischio contagio ha smesso di angosciare i viaggiatori. La stessa dinamica è alla base anche del caos genarle negli scali di mezzo mondo, perché aeroporti e compagnie aeree hanno fatto male i conti sulla gestione dei lavoratori. La situazione è meno grave in Italia, dove l’intervento dello Stato ha permesso di evitare molti licenziamenti, ma l’interconnessione fra gli scali europei e americani fa sì che le carenze degli hub di altri Paesi si ripercuotano anche su di noi. E la soluzione non sarà semplice, perché tanto le società di handling quanto le compagnie aeree faticano ormai ad attrarre i lavoratori, viste le retribuzioni basse e gli orari di lavoro scomodi.

Il risarcimento per il bagaglio smarrito

Vediamo infine cosa può ottenere un passeggero se il suo bagaglio in stiva viene smarrito, danneggiato o consegnato in ritardo: secondo il Regolamento Ue 261, in questi casi il viaggiatore ha diritto a incassare dalla compagnia fino a circa 1.300 euro di risarcimento.

Commenta