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Bad bank, Generali, ma anche Fca e Apple alla prova di Borsa

ACCORDO SULLA BAD BANK, LE BANCHE RESPIRANO. FIAT CHRYSLER, GENERALI (E APPLE) ALLA RIBALTA

Fumata bianca, ieri notte, per l’accordo tra governo italiano e Commissione europea che consentirà alle banche italiane di gestire i crediti deteriorati è fatto. Dopo una trattativa-fiume il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il commissario alla Concorrenza Margrethe Verstager hanno varato quello che il ministro ha definito “uno strumento che completa la scatola per gli attrezzi italiana per gestire i crediti in sofferenza”. Mancano ancora i dettagli tecnici dei Gacs (che sta per garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze) che saranno oggetto del decreto che potrebbe essere varato dal consiglio dei ministri già domani assieme alla riforma delle Bcc ed alle norme per velocizzare le procedure concorsuali per il recupero crediti.  

UNICREDIT E BANCO POPOLARE ALLA RISCOSSA

Non è difficile prevedere, però, che la notizia darà nuovo fiato al recupero dei titoli del comparto bancario, già in rally nel pomeriggio di ieri. Unicredit, già scivolata in mattinata ad un minimo di 3,61 euro (nuovo minimo dal 2013) ha chiuso con un rialzo del 3,9%. Forti rialzi anche per Banca Pop.Milano +2,5% e Pop. Emilia +5,8%. Corrono anche il Banco Popolare +6,2% (+10% dai minimi della mattinata) e Ubi +8,5%.

LE TRIMESTRALI SPINGONO WALL STREET

Non meno agitata la seduta delle Borse internazionali, sotto la spinta dell’andamento “schizofrenico” (definizione del New York Times) dei prezzi del petrolio, ieri in recupero (Brent a 31,80 dollari, Wti a 31,45, entrambi con un rialzo superiore al 3 %). In attesa della conclusione del meeting della Fed e della conferenza stampa di Janet Yellen Wall Street ha così messo a segno un discreto rialzo: Dow Jones +1,78%, S%P 500 +1,41%, Nasdaq +1,09%. 

Sul mercato monetario il rendimento dei T bond decennali è sceso sotto il 2%. A spingere i rialzi, oltre al recupero di Exxon e degli altri petroliferi, sono state le trimestrali superiori alle attese di 3M +5,24%, Johnson & Johnson +4,96% e Procter & Gamble +2,55%.

APPLE GIU’: PER LA PRIMA VOLTA FRENA L’IPHONE

La notizia shock è arrivata in serata, a Borsa chiusa: per la prima volta, dopo un’ascesa costante durata dieci anni, le vendite di iPhone registreranno una prima flessione a fine trimestre. Il titolo Apple nel dopo Borsa ha segnato un ribasso attorno al 2,5%. Il direttore finanziario Luca Maestri che ha attribuito la discesa alla “forte volatilità” di alcuni mercati, a partire dalla Cina dove, nonostante l’aumento della quota di mercato, le vendite hanno registrato un calo del 14 %.  La casa della Mela prevede un fatturato tra i 50 e i 53 miliardi di dollari per il trimestre in corso, con un calo nell’ordine del 10 per cento rispetto ad un anno fa (58 miliardi di dollari).

Il 2015 si è chiuso comunque con un fatturato record: 75,9 miliardi di dollari, con un lieve progresso (+2%) sul 2015 anche per l’ascesa del dollaro. Il record si riflette anche sul profitto, con 18,4 miliardi di dollari (pari a 3.28 dollari per azione diluita) e con un margine lordo di poco superiore al 40 per cento. Nel mondo, ha rivelato Maestri, ci sono un miliardo di apparecchi della Mela in attività.  

ASIA POSITIVA. MA E’ IN VISTA UNA BUFERA SU SHANGHAI

Giornata a due volti per i listini asiatici. Tokyo è in rally con un rialzo del 2,6% dopo aver toccato un massimo a 3,2%. L’indice Nikkei già riflette le attese per la prossima riunione della Bank of Japan che potrebbe allargare il Qe. Bene anche Hong Kong +1,4%. Al contrario, si guarda con apprensione alla Cina: a metà giornata Shanghai perde il 2,8%, Shenzhen il 4,4%. La difficile congiuntura del Drago ha trovato conferma nella nuova frenata dei profitti aziendali, scesi al 4,7%. Si teme un nuovo fondo degli indici nella seconda parte della giornata, in linea con quanto avvenuto ieri (-6,6%). 

SIEMENS E PHILIPS SPINGONO L’EUROPA

E’ stata una giornata positiva per le Borse europee: Parigi è salita dell’1,1%, Francoforte +0,9%, Londra +0,6%. A favorire il rialzo sono stati i buoni risultati trimestrali di alcune aziende: Siemens ha guadagnato l’8,2% dopo avere annunciato utili superiori alle previsioni. La stessa cosa vale per l’olandese Philips +6%. 

MIALNO SFIORA QUOTA 19 MILA. OGGI L’ASTA BOT

A Milano l’indice FtseMib è salito dell’1,5% fino a quota 18.924 punti proseguendo il recupero: nelle prime tre settimane del 2016 l’indice più importante di Piazza Affari ha bruciato il 16% del suo valore.

L’analisi tecnica di Websim mette in rilievo che l’indice si è allontanato dalla “linea del Piave” raggiunta dal FtseMib il 21 gennaio, quando l’indice si è appoggiato al supporto di lunghissimo periodo posizionato in area 18mila/17.500 punti.  Il cedimento di quell’area avrebbe potuto avviare un ulteriore avvitamento al ribasso verso 12.500 punti. Da allora c’è stata una reazione ma per poter decretare la fine dell’emergenza, notano gli analisti, occorre fare di più. Un primo segnale positivo si vedrà con il ritorno sopra quota 19.500. Un secondo, ben più importante, con il ritorno sopra quota 21.200 e la chiusura del gap ribassista lasciato aperto a inizio anno. 

Proseguono stamane le aste del Tesoro con 6,5 miliardi di Bot semestrali. Domani si chiuderà con l’offerta tra 5,5 e 7 miliardi in Ccteu e Btp a 5 e 10 anni. Ieri sono stati collocati 2,5 miliardi tra  Ctz e Btpei hanno In particolare, il Ctz è stato collocato per 1,5 miliardi con un rendimento a nuovi minimi storici -0,118%. Lo spread sul tratto decennale si è allargato fino a 120 punti base per poi ridiscendere a 117.  

L’ADDIO DI GRECO FULMINA LE GENERALI

E’ stata la giornata dello “strappo”, previsto ma improvviso, di Mario Greco dalle Generali. Il manager lascerà la compagnia dopo l’assemblea di bilancio di aprile per assumere dal prossimo 1° maggio la carica di Ceo di Zurich Insurance Group.

La notizia delle dimissioni del manager, confermata da una nota della compagnia triestina, ha provocato un immediato ribasso del titolo -3,2% che ha chiuso a 14,15 euro, peggior blue, dopo una sospensione per scostamento di prezzo eccessivo ed un minimo a 13.88 euro. Per la successione si profila, dopo l’interim del presidente Gabriele Galateri una corsa a due tra l’attuale cfo Claudio Minali e l’ad delle Generali Italia Philippe Donnet. 

FCA ACCELERA IN ATTESA DEI CONTI

Il cda di Fiat Chrysler dà il via oggi alla stagione delle trimestrali delle blue chips di Piazza Affari. In vista dell’appuntamento il titolo ha accelerato chiudendo in rialzo del 6% di nuovo oltre la soglia dei 7 euro ceduta a metà gennaio. E’ stato il miglior titolo automotive di oggi in Europa, dove l’indice Eurostoxx del comparto guadagna l’1,5%.

Gli investitori puntano le loro fiches sia in vista dei risultati 2015 che dell’aggiornamento dei piani per l’anno in corso. Il consensus raccolto da Bloomberg stima vendite per 112 miliardi di euro con un Ebitda a 9,828 miliardi e utile netto rettificato dalle voci straordinarie a 1,241 miliardi. L‘utile per azione stimato è pari a 0,768 euro. Questo significa che il titolo tratta a un p/e stimato al 2015 di 8,6 volte. 

Su 30 analisti censiti da Bloomberg prevale l’ottimismo: 15 consigliano di acquistare il titolo e 10 di tenerlo in portafoglio, il restante di venderlo. Il prezzo obiettivo medio è di 9,66 euro. In terreno positivo anche la controllante Exor +2,1% e Cnh Industrial +2,9%.

SAIPEM, IN DISCESA LIBERA, OFFERTE PER IL GAS ENEL

Nel resto del listino:

Bene i petroliferi. Eni  è salita del 2,1% dopo avere azzerato le perdite del mattino. Tenaris +2,2%. Prosegue la discesa di Saipem: -1% il titolo dopo il +18% di ieri mentre i diritti di opzione  fermi quasi tutta la giornata in asta di volatilità, hanno chiuso con lo scivolone del 29% a un prezzo di 2,084 euro.

Giornata positiva anche per Enel +1,4%. L’amministratore delegato Francesco Starace ha rivelato che l’azienda ha ricevuto offerte non vincolanti per le attività di upstream del gas in Algeria e Italia. “Ora aspettiamo per le offerte vincolanti: serviranno probabilmente due mesi”.

Nel settore lusso in evidenza Ferragamo +2,1%, Moncler +1% e soprattutto Yoox +3,4%. Tra le mid/small caps brillano Astaldi+7,1%, Fincantieri +7,8% e Maire Tecnimont +4,1%. Tra le note negative, De’ Longhi -7,6% dopo i risultati preliminari.

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