Azimut Holding preme sull’acceleratore del suo progetto di creare una nuova banca (Tnb) ed entra in una fase esclusiva con Fsi, la società di gestione del risparmio di Maurizio Tamagnini e il titolo sale in borsa.
Il Consiglio di Amministrazione di Azimut, gruppo attivo nel risparmio gestito e incluso nel FTSE MIB, ha deliberato di continuare nel processo di scissione di circa 1.000 consulenti finanziari annunciato a fine marzo e iniziato operativamente a maggio, finalizzato appunto alla creazione della nuova banca. Inoltre il CdA ha anche concordato di entrare in esclusiva con FSI con un valore dell’operazione per Azimut che “a tendere è previsto compreso nella forchetta (al netto delle imposte) indicata all’annuncio dell’operazione”. Lo scorso marzo Pietro Giuliani, Presidente di Azimut Holding, durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo progetto, aveva detto che la nuova banca digitale allo studio di Azimut Holding “avrà un valore tra 1,8 e 2,2 miliardi” aggiungendo che la nuova realtà sarà quotata a Piazza Affari e che “ci immaginiamo che il mercato ci riconosca gli stessi multipli delle banche quotate”.
A Piazza Affari il titolo Azimut è schizzato in apertura in rialzo dell’1,5%, per poi ripiegare leggermente in tarda mattinata a 24,77 euro limitando il rialzo a +0,73%.
Oggi Giuliani ha spiegato nella nota ai mercati che “nel prosieguo del processo di scissione iniziato operativamente a maggio e finalizzato alla quotazione di TNB abbiamo ricevuto proposte concrete da parte di grandi banche e fondi di private equity” e ha aggiunto: “siamo contenti di essere arrivati a un’esclusiva con FSI su tale opportunità. I risultati di Azimut dell’anno che si sta per concludere (10,62% come performance netta al cliente, 550 – 600 milioni di euro di utile netto previsto, e oltre 17,4 miliardi di euro di nuova raccolta netta proveniente dai 18 paesi in cui operiamo) sono uno stimolo per chiunque voglia condividere con noi questo percorso. In 20 anni dalla quotazione Azimut ha moltiplicato per 15 il capitale investito (100.000 euro sono diventati 1,5 milioni di euro)”.
La nuova banca sarà rivolta alla clientela privata e alle Pmi
L’amministratore delegato designato di TNB è Paolo Martini. “Siamo estremamente soddisfatti del percorso intrapreso e di quanto già concretamente realizzato per dare vita a una nuova Wealth Fintech Bank, un progetto innovativo che combinerà il valore delle persone con la tecnologia di ultima generazione” ha detto Martini. “Una volta ottenute le necessarie autorizzazioni, la banca sarà tra i leader di mercato in Italia e si distinguerà per un’offerta unica dedicata alla clientela private e alle PMI. Grazie all’integrazione della suite di prodotti del Gruppo Azimut e alla nuova gamma di servizi bancari e di Wealth Management che stiamo sviluppando con i nostri partner, stiamo costruendo una realtà che rappresenterà un punto di riferimento per il settore. Grazie all’emissione di strumenti finanziari partecipativi e al 10% del capitale nei primi 5 anni destinato ai Consulenti Finanziari, ai Manager e ai dipendenti già presenti in struttura e che si uniranno al progetto, ricreando le condizioni di successo analoghe a quelle che hanno caratterizzato il cammino di Azimut vent’anni fa, lanciando al contempo quello che è probabilmente il più grande sistema incentivante e di partnership mai realizzato in Italia per una rete di consulenti finanziari”.z
La partecipazione dell’Fsi di Tamagnini
Secondo quanto risulta a milanofinanza.it da fonti finanziarie, Tamagnini sarebbe interessato a rilevare, da solo, tramite Fsi, la maggioranza di Tnb. Fsi è un fondo dí capitale specializzato nelle aziende fintech italiane e nei servizi finanziari. Nel tempo Fsi ha assunto un ruolo sempre più centrale in questo settore dove ha sinora investito 1,2 miliardi di euro, spesso in operazioni di backing the management. In particolare Fsi ha investito, tra l’altro nella monetica in Numia; nei system integrator, in Lynx; nel core banking, in Cedacri, nei servizi di pagamento in Bancomat; nel mondo del risparmio gestito in Anima (su cui Banco Bpm ha lanciato a novembre un’opa).