Utile netto in calo nel semestre per il gruppo assicurativo francese Axa, sotto il peso di oneri straordinari, mentre e’ in crescita la performance tecnica. Nella prima meta’ dell’anno il gruppo ha registrato un risultato netto di 2,8 miliardi di euro, in calo del 14% rispetto allo stesso periodo del 2017 e un po’ sotto le attese degli analisti. L’utile operativo, invece, e’ in aumento del 4% (+9% a cambi costanti) a 3,3 miliardi. I ricavi totalizzano 53,6 miliardi, in flessione dell’1% (+3% a cambi costanti).
Il volume della nuova produzione è in progresso dell’8% a 3,4 miliardi. Sul semestre – spiega Axa in una nota – hanno inciso ammortamenti legati alla trasformazione del portafoglio polizze collettive vita in Svizzera (-0,3 mld), la variazione sfavorevole del fair value di asset finanziari e prodotti derivati come pure le spese straordinarie per l’introduzione in Borsa della controllata Usa Equitable Holdings. Il RoE corrente si attesta al 15,6% in progresso di 0,9 punti e l’indice di Solvency 2 e’ in progresso di 28 punti base al 233%.
Il risultato operativo del gruppo – sottolinea Axa – riflette “la buona tenuta di tutte le zone geografiche, come pure il miglioramento dei risultati tecnici e l’aumento delle commissioni di gestione, in parte compensati da elementi fiscali non-ricorrenti”. Piu’ nel dettaglio, in Francia la raccolta premi e’ in progresso dell’8% a 13 miliardi, con un aumento della nuova produzione del 19% e il combined ratio armonizzato danni migliora di 0,6 punti al 93,7%. Il margine sulla nuova produzione e’ del 30,7%, in calo di 4,1 punti e il valore della nuova produzione aumenta del 5% a 0,3 miliardi. Il risultato operativo sul mercato francese segna un progresso del 9% a 816 milioni. In Europa Axa sottolinea la “marcata ripresa in Italia”. “Siamo molto attenti alla situazione italiana che ora si è maggiormente stabilizzata, dopo la volatilità, che non e’ mai amica degli assicuratori, del periodo elettorale”, ha commentato il ceoThomas Buberl, interpellato sul quadro politico italiano nel corso di una conferenza telefonica con la stampa, in occasione dei conti semestrali.
Nella regione europea nell’insieme la raccolta e’ salita del 3% a 21,7 miliardi, con una spinta particolare dalla Penisola, che segna un incremento del 21% e con performance positive nel danni imprese soprattutto (+3%) nel Regno Unito e Irlanda, in Svizzera e Germania e anche nel settore salute (+4%). Il volume della nuova produzione e’ in progresso del 6%, sostenuto dal segmento previdenza e mette in evidenza l’andamento del mercato italiano (+22%), “grazie alla ripresa constatata presso Mps con un aumento delle vendite nelle agenzie della banca”. Il combined ratio armonizzato nei danni in Europa migliora di 0,9 punti al 93,9%. Il risultato operativo della regione europea e’ in progresso del 10% a cambi costanti (+7% a cambi correnti) a 1,27 miliardi, grazie al miglioramento dei margini tecnici in tutte le attivita’.
In Asia la raccolta sale del 3%, principalmente grazie ad Hong Kong (+8%) e al Giappone (+3%), il volume della nuova produzione sale del 4%, il combined ratio danni migliora di 1,1 punti al 96,5% e il risultato operativo e’ in progresso del 4% a 544 milioni. Negli Usa, dove “ha avuto successo l’Ipo di Equitable Holdings”, il settore vita, risparmio e previdenza registra un volume della nuova produzione in aumento del 4%, mentre il valore della nuova produzione e’ in calo del 3% a 0,2 miliardi. Per Ab la raccolta netta nel semestre e’ negativa per 8 miliardi, per effetto di deflussi dalla clientela istituzionale e i ricavi dalla gestione di asset aumentano dell’11% a 1,3 miliardi.
Il risultato operativo Usa cala del 18% (-8% a cambi costanti) a 465 milioni. Tra le altre entita’ del gruppo, Axa Im segna una raccolta netta di asset in gestione di 13 miliardi e gli asset medi in gestione sono pari a 641 miliardi. I ricavi ammontano a 631 milioni (+5%) e il risultato operativo cresce del 10% a 139 milioni. Le minusvalenze legate al fair value di asset finanziari o derivati del gruppo sono pari a 346 milioni (da 154 nella prima meta’ del 2017) e la riorganizzazione del portafoglio vita in Svizzera ha comportato oneri per 340 milioni.