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Autostrade, slitta il Cdm. Ipotesi commissariamento

Imagoeconomica

Revoca o no per la concessione ad Autostrade? Per saperlo bisognerà aspettare la serata di oggi, martedì 14 luglio. Di sicuro, lo spettro di una decisione immediata si allontana e il titolo recupera a Piazza Affari. Il consiglio dei ministri che dovrà definire una linea di condotta sul caso complesso della vicenda Atlantia-Aspi slitta infatti alle 22. E non è detto che decida: potrebbe infatti prevalere un nuovo rinvio, lasciando ai ministri Gualtieri (Mef) e De Micheli (Infrastrutture e Trasporti) il compito di definire il decreto che sbrogli la matassa. Forse con la nomina di un commissario.

Lo slittamento del Cdm la dice lunga sulle difficoltà di conciliare le posizioni all’interno del governo: il premier Conte si è sbilanciato molto in avanti quando, lunedì, si è spinto per la revoca della concessione e l’uscita dei Benetton dalla compagine azionaria di Autostrade. In Borsa il titolo Atlantia è arrivato a perdere il 15% e stamattina risultava in calo di oltre il 3%, in apertura, a fronte di un FTSE Mib in calo dell’1,49% alle 09:41. Subito dopo il rinvio del Cdm, le azioni sono velocemente rimbalzate e guidano le Blue Chips a Piazza Affari.

Con toni più soft il Pd di Zingaretti ha condiviso la necessità di una presa di distanze dai Benetton ma è meno schierato sul tema della revoca. Contaria invece Italia Viva di Renzi che la considera una strada realisticamente impraticabile. Altro fattore di incertezza, la battaglia interna al M5S – schierato per la revoca – con Luigi Di Maio in cerca di visibilità e Giuseppe Conte che lo scavalca in chiave ancor più radicale con una sorta di guerra a oltranza nei confronti dei Benetton.

«No a slogan populisti, la revoca è facile da dire, difficile da fare», è la posizione di Matteo Renzi mentre per Nicola Zingaretti «la lettera di Aspi è deludente, i rilievi del premier sono giusti». Ma, come si diceva, più che alla revoca, la soluzione a cui punta il Pd è quella di un ingresso dello Stato tramite Cdp in posizione predominante. Soluzione che Italia Viva potrebbe condividere.

Se alla fine prevarrà la revoca, spunta l’ipotesi di un commissariamento per gestire la fase intermedia. Il commissariamento salverebbe Autostrade dal default e consentirebbe una transizione in grado di favorire un accordo nella maggioranza. Ipotesi che, però, si scontrerebbe con problematiche tecniche perché mentre la revoca può essere decisa con un decreto interministeriale Economia-Infrastrutture senza passare per il Cdm, il commissariamento deve passare da un decreto legge e quindi dalle Aule parlamentari. E Italia Viva, decisiva in Senato, difficilmente lo voterebbe.

A complicare ulteriormente le cose, si è aperto un fronte estero per la vicenda Atlantia-Aspi. Il blitz di Giuseppe Conte ha messo in allarme i soci di minoranza tra i quali spiccano la tedesca Allianz e i cinesi di Silk road. Il tema Autostrade è finito anche nel vertice Conte-Merkel. “Se i ponti crollano – ha detto il premier nella conferenza stampa finale – bisogna punire i responsabili”, ma Merkel sembra abbia chiesto ragguagli. L’ambasciatore italiano a Pechino è stato interpellato da Silk road in cerca di chiarimenti dopo il tracollo in Borsa che ha penalizzato tutti gli azionisti compresi i tanti piccoli risparmiatori.

Le opposizioni ne approfittano e Matteo Salvini (Lega) ha annunciato un esposto alla Consob nei confronti del governo sul crollo di Borsa di lunedì.

Aggiornato alle 10:20 di martedì 14 luglio 2020

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