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Autonomia differenziata, ok preliminare del Consiglio dei ministri: ecco cosa prevede il provvedimento

Il disegno di legge che rappresenta un’impalcatura formale sarà sottoposto al parere della Conferenza unificata Stato-Regioni-Città – Le opposizioni insorgono, Calenda: “Presa in giro elettorale”

Autonomia differenziata, ok preliminare del Consiglio dei ministri: ecco cosa prevede il provvedimento

Via libera preliminare del consiglio dei ministri al disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata presentato dal ministro leghista Roberto Calderoli. Un provvedimento che, de facto, riprende l’antica battaglia per il federalismo portata avanti dalla Lega Nord di Umberto Bossi e che è stato accolto dalle feroci critiche delle opposizioni e dei sindacati. All’ok preliminare, arrivato con perfetto tempismo prima delle Elezioni regionali di Lazio e Lombardia, seguirà un ulteriore esame in un Cdm successivo. Non solo, dopo il via libera di oggi, il disegno di legge dovrà essere sottoposto al parere della Conferenza unificata Stato-Regioni-Città.

Cosa prevede il ddl sull’autonomia differenziata

Il disegno di legge, composto da 10 articoli e modificato nei giorni scorsi dal pre-consiglio dei ministri, rappresenta solo un’impalcatura formale e dovrà quindi essere seguito da uno o più provvedimenti che metteranno nero su bianco le regole da seguire per arrivare all’autonomia. Nel testo si prevede che le Regioni possano chiedere di avere competenza esclusiva su alcune materie tra le quali istruzione, sanità e trasporti. 

Fondamentale per l’attribuzione delle funzioni alle Regioni sarà la determinazione dei Lep, i Livelli essenziali di prestazione, che sarebbero delle soglie minime di servizi che vanno garantite a tutti i cittadini sul territorio nazionale. I lep saranno definiti entro un anno dall’entrata in vigore della legge sull’autonomia, attraverso un apposito Dpcm (strumento fortemente criticato dalle opposizioni). Ancora prima però, sarà una Cabina di regia a individuare i Lep per ogni settore.

In base a quanto previsto, l’iter per l’intesa fra Regione (anche a statuto speciale) e Stato durante il quale si deciderà sulle competenze esclusive durerà almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni per l’esame delle Camere. Una volta approvate, le intese dureranno fino a 10 anni e potranno anche essere rinnovate o interrotte prima, con un preavviso (di Stato o Regione) di 12 mesi. Sono inoltre previste misure perequative per evitare squilibri economici fra le Regioni che aderiscono all’autonomia differenziata e quelle che non lo fanno. Nel testo non ci sono dettagli, ma si dice che lo “Stato promuove l’ esercizio effettivo dei diritti civili e sociali” anche attraverso “l’unificazione delle diverse fonti aggiuntive o straordinarie di finanziamento statale”. Lo scopo di queste perequazioni sarebbe quello di evitare la creazione di “territori e servizi di serie A e B”, ha detto nei giorni scorsi Giorgia Meloni. 

Le critiche delle opposizioni

È un progetto sbagliato, va contro un Paese che è già diviso, ha già troppe disuguaglianze. Non è quello di cui ha bisogno l’Italia”, accusa il segretario della Cgil Maurizio Landini.

Molto critici anche alcuni tra i principali rappresentanti del Pd tra i quali i due candidati alla segreteria Elly Schlein e Stefano Bonaccini. “Il disegno di autonomia differenziata è una sberla di Meloni al Sud del Paese. Quel testo doveva passare per la Conferenza delle Regioni prima di arrivare in Cdm”, ha affermato Schlein, mentre per il dem Bonaccini si tratta di “una bozza irricevibile”. 

“L’approvazione del ddl Autonomia in Cdm è l’ennesima presa in giro elettorale di una politica che fa propaganda sull’assetto istituzionale dello Stato. Questa roba arriva in parlamento fra 6 mesi. Ma lo approvano di corsa e male la settimana prima delle elezioni regionali”, ha scritto su Twitter il leader di Azione-Iv Carlo Calenda.

Si sono espressi tutti a favore della legge i Governatori regionali appartenenti ai partiti di maggioranza, tra i quali Attilio Fontana (Lombardia), Luca Zaia (Veneto), Giovanni Toti (Liguria).

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