Nei prossimi 12/18 mesi il mercato globale dell’auto tirerà il freno a mano. La domanda sarà più debole del previsto e i profitti del settore subiranno una contrazione. E’ questa la previsione di Moody’s, che nel suo ultimo rapporto parla di un’Europa a doppia velocità, di un rallentamento statunitense e di un Giappone ancora tormentato dai danni dello tsunami.
“Abbiamo riformulato in negativo le nostre previsioni riguardo alla crescita della domanda globale dal 5,1% al 3,5% per l’anno in corso e dal 7,4% al 6,5% per il prossimo anno – spiega Falk Frey, vice presidente di Moody’s Corporate finance group -. Nei prossimi 12-18 mesi, la crescita inferiore al previsto dei Pil nei mercati maturi e i maggiori tassi di interesse imposti per abbattere l’inflazione nei Paesi emergenti, in particolare Cina e India, indeboliranno i fondamentali creditizi di questo settore”.
Il maggior costo delle materrie prime farà salire le spese delle case automobilistiche, “erodendo per un 1%-1,5% i margini di profitto” rispetto all’anno precedente. In Europa occidentale la domanda di veicoli leggeri “è destinata a scendere di una percentuale inferiore all’1% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 14,3 milioni di unità, ossia 110mila unità in più rispetto a quanto Moody’s stessa aveva previsto a inizio anno ipotizzando un calo da un anno all’altro pari all’1%”. Questo principalmente “a causa della forte domanda in Francia e Germania, che controbilancia e supera quella inferiore alle aspettative di Italia e Spagna”.
Secondo l’agenzia, nel 2011 in Giappone il calo della domanda sarà “pari al 16% rispetto all’anno precedente (invece del 10,1% ipotizzato precedentemente) a causa del terremoto e del conseguente tsunami verificatisi a marzo”. Nel 2012 “la crescita sarà del 7,3%, presupponendo un recupero della produzione nel quarto trimestre dell’anno in corso e nel primo trimestre del 2011”.
Quanto agli Usa, Moody’s ha riformulato le previsioni per il 2011 “abbassandole dal 12% all’8,1%”. Per il 2012 si prevede una crescita “del 16%, pari a 14,5 milioni di unità, ossia 500mila unità in meno rispetto alla precedente previsione di 15 milioni di veicoli venduti”.