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Auto, mercato da record in Sudamerica. Ma non c’è solo Stellantis: ecco chi investe e perché

Imagoeconomica

Stellantis punta sempre di più sul Sudamerica, e non è l’unica casa automobilistica a farlo. L’annuncio dei 5,6 miliardi di euro (30 miliardi di reais) di investimenti in Brasile tra il 2025 e il 2030 è stato l’ultimo di una serie che ha visto il Paese più grande dell’America Latina al centro di una vera e propria strategia globale. Negli ultimi tre mesi infatti solo in Brasile le case automobilistiche hanno annunciato investimenti per oltre 70 miliardi di reais, pari a poco meno di 15 miliardi di euro, che diventano 117 miliardi di reais (24 miliardi di euro) considerando anche i gruppi cinesi BYD e GWM e l’intero periodo dal 2021 al 2032. Il gruppo italo-francese è in cima alla lista per soldi stanziati da una singola azienda, ma il valore complessivo è da record e andrà quasi tutto nella produzione di modelli di nuova generazione.

Le case automobilistiche puntano sul Brasile

Nel dettaglio, pochi giorni fa Toyota aveva annunciato un piano al 2030 da 11 miliardi di reais; mentre in precedenza Hyundai lanciava un investimento da 5,5 miliardi di reais da qui al 2032 sull’idrogeno verde; Volkswagen con orizzonte al 2028 stanziava 16 miliardi di reais, poco più della metà di quanto fatto da Stellantis, con focus sulla transizione energetica; General Motors aveva a sua volta annunciato 7 miliardi di reais in mobilità sostenibile e sviluppo dell’idrogeno verde; la cinese BYD spenderà 3 miliardi di reais per tre nuove fabbriche in grado di costruire 150.000 veicoli l’anno (sarà il più grande centro produttivo fuori dall’Asia); l’altra cinese GWM investirà 10 miliardi di reais da qui a 10 anni; Renault 5 miliardi di reais al 2027; Nissan 2,8 miliardi entro il 2025; e infine il gruppo Caoa, distributore dei marchi Subaru, Hyundai e Chery in Brasile, ha piazzato 4,5 miliardi.

Il piano di Stellantis per il mercato brasiliano

Insomma la transizione energetica e la mobilità sostenibile passano dal Sudamerica e soprattutto dal Brasile, dove Stellantis soprattutto attraverso il marchio Fiat ha un radicamento pluridecennale, ma questa volta ha raddoppiato la posta in gioco: nell’ultimo piano, lanciato nel 2018, il gruppo aveva investito 16 miliardi di reais, poco più della metà di quanto annunciato questa settimana.

Il nuovo piano prevede il lancio di 40 modelli entro il 2030, tra quelli completamente nuovi e altri rinnovati, con focus sulla produzione di modelli ibridi flex attraverso la piattaforma Bio-Hybrid già lanciata lo scorso anno e, nel tempo, anche di veicoli full electric. Per il Paese governato da Lula questa è l’opportunità per reindustrializzarsi, mentre tra i motivi che hanno spinto Stellantis e le altre case a investire proprio sul Brasile gli economisti citano il calo dei tassi d’interesse, la valuta stabile con l’inflazione sotto controllo (inferiore alle attese in questo inizio di 2024), oltre che le buone prospettive di crescita economica, dopo che il Pil brasiliano ha chiuso il 2023 quasi al 3%.

Il Brasile e il mercato green

Inoltre il Brasile ha una grande disponibilità di etanolo, un combustibile pulito che in attesa dello sviluppo di nuove tecnologie, come quella attesissima dell’idrogeno verde, è in grado di immettere nell’immediato sul mercato flotte di veicoli green. Tuttavia, fanno notare gli analisti, gli investimenti monstre sono anche dopati dai sussidi del governo. Già nel precedente ciclo, dal 2012 fino ad oggi, il programma statale Inovar Auto aveva elargito una media di 6,2 miliardi di reais l’anno, mentre quest’anno l’Erario prevede un gettito da parte del mercato auto in calo di quasi 10 miliardi di reais (circa 2 miliardi di euro). Questa diminuzione va addebitata ad agevolazioni fiscali e corrisponde, forse non del tutto casualmente, alla media annua degli investimenti delle case da qui al 2032 (9,7 miliardi di reais, per la precisione). Insomma questo boom potrebbe essere una bolla, un cane che si morde la coda, ma intanto ne beneficeranno la stessa economia del Brasile e la transizione ecologica globale.

A far gola anche il mercato della componentistica

Senza contare che in Brasile e in America Latina c’è anche un floridissimo mercato della componentistica, che vale circa 20 miliardi di euro e sul quale la stessa Stellantis ha voluto ritagliarsi un ruolo di primo piano, acquisendo a gennaio il 70% del gruppo brasiliano Comercial Automotiva, proprietario tra gli altri di D-Paschoal, azienda di primo piano specializzata in servizi e ricambi auto. Il gruppo italo-francese punta tutto sul Sudamerica non solo per l’elettrificazione, ma anche per diventare una “mobility tech company”, cioè un’azienda in grado di offrire servizi innovativi a 360 gradi nel campo della mobilità.

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Categories: Economia e Imprese