X

Auto, l’Ue cambia strada: sì alla vendita di auto ibride dopo il 2035

Pixabay

L’Unione europea sembra pronta a mettere la freccia e cambiare rotta. Dopo aver intrapreso il cammino della mobilità totalmente elettrica, l’Ue ora sta considerando una deviazione, aprendo una crepa nel suo piano di transizione green. Dopo aver fissato il 2035 come data per il divieto assoluto di vendita di veicoli a benzina e diesel, Bruxelles sta ora valutando la possibilità di estendere il mercato anche alle auto ibride plug-in e ai veicoli elettrici con range extender, ossia quelli con un motore ausiliario a benzina per ricaricare la batteria. Un cambio di strategia che, pur presentandosi come una soluzione “salva-economia”, solleva dubbi sulla coerenza della politica ambientale europea.

Stop auto termiche al 2035: Europa apre alle ibride

Fino a qualche mese fa, il futuro dell’automotive in Europa sembrava già scritto: solo auto elettriche dopo il 2035. Il piano europeo, nell’ambito del Green Deal, prevedeva una drastica riduzione delle emissioni, puntando sulle auto elettriche come soluzione principale per raggiungere la neutralità climatica. Ma nelle ultime settimane la situazione è cambiata complice l’effetto Trump e soprattutto la crisi di tutta l’industria automobilistica europea, in particolare quella tedesca. E così, Bruxelles ha cominciato a riconsiderare la sua posizione, aprendo, seppur (per ora) in modo informale, alla possibilità di includere anche le auto ibride plug-in e i veicoli elettrici con range extender. Una mossa che risponde a pressioni sempre più forti dall’industria automobilistica, che vede in questa apertura un’opportunità di sopravvivenza in un contesto di transizione incerta.

Secondo quanto riportato dal settimanale tedesco Der Spiegel, la Commissione Europea sta preparando il cambio di rotta. Un ruolo fondamentale in questo processo è stato svolto da Eckart von Klaeden, figura di spicco di Mercedes-Benz (tra le più colpite insieme a Volkswagen, Bmw e Stellantis), che ha sostenuto la necessità di una regolamentazione “aperta alla tecnologia”, consentendo l’autorizzazione di modelli ibridi plug-in e con range extender, considerati veicoli a basse emissioni. La sua posizione è particolarmente rilevante, dato che Ola Källenius, Ceo di Mercedes-Benz, dal 1° gennaio 2025 è anche presidente dell’Acea, l’associazione dei costruttori automobilistici europei, un ente influente nel fare pressione sull’Unione Europea per modificare le normative.

Sul portale tedesco Energie-Bau è stato pubblicato un estratto di un documento europeo che suggerisce l’introduzione di maggiore flessibilità, in risposta alle richieste provenienti dalla lobby dell’automobile. Il testo evidenzia la volontà di “individuare soluzioni immediate per proteggere la capacità dell’industria di investire, esplorando possibili flessibilità per garantire la competitività del settore senza compromettere gli obiettivi fissati per il 2025”.

Le pressioni dell’industria automobilistica

La svolta, che ha preso forma grazie all’intermediazione di Mercedes-Benz, arriva in un momento di grande difficoltà per l’industria automobilistica. La pandemia e le sfide economiche globali hanno messo a dura prova la competitività del settore, costringendo le case automobilistiche a rivedere la propria strategia. Con la forte concorrenza dei produttori di veicoli elettrici provenienti dalla Cina (e qui entrano in gioco i dazi imposti dall’Ue alle auto cinesi) e la difficoltà di implementare la completa transizione verso l’elettrico, molte aziende, tra cui i giganti tedeschi come Mercedes e Volkswagen, hanno cominciato a chiedere più tempo per adeguarsi ai nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni.

Il fatto che Mercedes-Benz, con la sua leadership nel settore, stia facendo pressione per consentire anche la vendita di ibride oltre il 2035 non è un dettaglio da poco. È un segnale evidente che, pur nell’era dell’elettrico, le aziende continuano a fare affidamento su motori a combustione, anche se parzialmente elettrificati. Non si tratta più di un “passaggio obbligato” verso il futuro, ma di una questione di competitività economica, che rischia di minare le fondamenta stesse della strategia ambientale europea.

L’apertura della Commissione a “possibili flessibilità”

La Commissione europea ha quindi aperto nell’esaminare “possibili flessibilità” per garantire che il settore automobilistico europeo rimanga competitivo senza compromettere gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati per il 2035. In particolare, l’Ue ha sottolineato la necessità di un “approccio tecnologicamente neutrale” per raggiungere la neutralità climatica, il che potrebbe aprire la strada all’uso di carburanti alternativi come gli e-fuel, carburanti sintetici che permetterebbero alle auto con motori a combustione di ridurre le loro emissioni pur continuando a usare benzina o diesel.

Questo cambiamento di marcia, però, solleva interrogativi sulla coerenza del piano di transizione ecologica, poiché l’uso degli e-fuel potrebbe rallentare la marcia verso l’elettrico. Se da un lato le auto ibride ricaricabili potrebbero rappresentare una soluzione intermedia utile per non penalizzare i consumatori, dall’altro potrebbero allungare i tempi della transizione, mantenendo viva la domanda di carburanti fossili e rallentando gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica.

L’apertura dell’Ue alle auto ibride post-2035 è quindi un tentativo di bilanciare la necessità di ridurre le emissioni di Co2 con la protezione di un settore che è cruciale per l’economia europea, evitando un declino economico dovuto a una transizione troppo rapida. Sebbene l’elettrico rimanga al centro della strategia, il compromesso con l’industria automobilistica potrebbe rivelarsi necessario per non danneggiare ulteriormente il settore.

Related Post
Categories: News