A marzo sono state immatricolate in Europa Occidentale (Ue+Efta+Uk) 1.422.628 auto, il 2,8% in più dello stesso mese del 2024. Ma nel primo trimestre dell’anno – secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei – le immatricolazioni sono state 3.382.057 con un calo dello 0,4% sullo stesso periodo del 2024.
Auto immatricolazioni Ue: cosa fanno ibride ed elettriche
Nel primo trimestre del 2025, le vendite di nuove auto elettriche a batteria sono cresciute del 23,9%, raggiungendo le 412.997 unità, conquistando il 15,2% della quota di mercato totale dell’Ue. A dirlo è sempre l’Acea. Tre dei quattro mercati più grandi dell’Ue, che rappresentano il 63% di tutte le immatricolazioni di auto elettriche a batteria, hanno registrato una solida crescita: Germania (+38,9%), Belgio (+29,9%) e Paesi Bassi (+7,9%). In contrasto con la Francia, che ha registrato un calo del 6,6%.
I dati del primo trimestre 2025 hanno inoltre mostrato un aumento del 20,7% delle nuove immatricolazioni di auto ibride elettriche nell’Ue, trainato da una crescita significativa nei quattro mercati principali: Francia (+47,5%), Spagna (+36,6%), Italia (+15,3%) e Germania (+10,5%). Ciò ha portato a 964.108 unità immatricolate nel primo trimestre del 2025, pari al 35,5% della quota di mercato Ue.
Le immatricolazioni di auto elettriche ibride plug-in sono cresciute dell’1,1% nel primo trimestre 2025, raggiungendo un totale di 207.048 unità. Questo è stato trainato principalmente da significativi aumenti di volume in mercati chiave come Germania (+41,8%) e Spagna (+30,7%). Di conseguenza, le auto elettriche ibride plug-in rappresentano il 7,6% delle immatricolazioni totali nell’Ue, in aumento rispetto al 7,4% del primo trimestre del 2024. Inoltre, a marzo 2025 la variazione su base annua ha registrato un aumento del 17,1% per le auto elettriche a batteria e del 23,9% per le auto ibride, mentre le ibride plug-in hanno registrato una crescita del 12,4%.
Auto immatricolazioni: giù Stellantis
Nel mese di marzo 2025, il gruppo Stellantis ha immatricolato 215.190 auto in Europa (Ue27+Efta+Uk), registrando un calo del 5,9% rispetto allo stesso mese di un anno fa. La quota di mercato è scesa dal 16,5% al 15,1%. Lo indica ancora l’Acea, aggiungendo che nel primo trimestre 2025, le immatricolazioni del gruppo sono state 525.283, in flessione del 12,2% su anno, con la quota di mercato passata dal 17,6% al 15,5%.
Movimenti in linea anche nella sola Unione europea, dove le immatricolazioni di Stellantis a marzo sono state 173.080 (-8,4%), con quota scesa sal 18,3% al 16,8%. Nel primo trimestre 2025, le immatricolazioni del gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa in Ue sono state 450.814, in calo del 14% su anno, con quota scesa al 16,6% dal 18,9%.
Il gruppo Stellantis si mantiene comunque secondo come quote di mercato sia in Europa sia in Ue, alle spalle del gruppo Volkswagen e prima di Renault.
Più nel dettaglio, infatti, il gruppo Volkswagen ha registrato un leggero aumento di quasi il 5%, mentre Bmw ha registrato un modesto aumento dello 0,4%. Mercedes-Benz, invece, ha registrato un calo del 6,2%.
Auto immatricolazioni: vendite a picco per Tesla
Secondo Acea, inoltre, le vendite di Tesla nel mercato Ue hanno continuato a diminuire nel primo trimestre del 2025, con le immatricolazioni in calo del 45% su base annua. Questo segna un trend negativo persistente per la casa automobilistica statunitense di proprietà del miliardario Elon Musk, sebbene il calo abbia subito un leggero rallentamento rispetto all’inizio dell’anno. Tra gennaio e febbraio, le immatricolazioni erano diminuite del 49% su base annua.
Auto giapponesi: a marzo boom delle vendite negli Usa
Le case automobilistiche giapponesi Toyota, Nissan e Honda hanno annunciato che le vendite delle loro auto sono aumentate vertiginosamente a marzo negli Stati Uniti, poiché i consumatori si sono precipitati ad acquistare in vista dei dazi imposti da Washington. Dall’inizio di aprile, l’amministrazione Trump ha imposto supplementi doganali del 25% su tutti i veicoli importati negli Stati Uniti, un duro colpo per i produttori giapponesi, per i quali il mercato americano resta di fondamentale importanza. Ma quando a marzo è diventata più chiara la prospettiva delle barriere tariffarie e la probabilità che queste avrebbero rapidamente inciso sui prezzi di vendita, gli acquirenti americani hanno accelerato gli acquisti per evitarne l’eliminazione.
Di conseguenza, a marzo, l’ultimo mese risparmiato dalle tasse di frontiera, la casa automobilistica leader mondiale, Toyota, ha registrato un balzo del 7,7% nelle vendite su base annua negli Stati Uniti, con circa 231.300 veicoli venduti. Tale incremento è spiegato “dalla continua e robusta domanda nonché da un’accelerazione delle vendite prima dell’entrata in vigore dei dazi doganali”, ha riconosciuto il gruppo giapponese.
Nel complesso, il mese scorso le vendite globali della Toyota sono aumentate del 7,9% su base annua. La Toyota è stata particolarmente colpita dall’offensiva tariffaria di Washington: nel 2024, ha generato un quarto delle sue vendite globali negli Stati Uniti, dove ha immatricolato 2,33 milioni di veicoli, di cui 1 milione importato, in particolare da Giappone e Messico.
Anche Honda, la seconda casa automobilistica giapponese, ha registrato una forte ripresa a marzo: le sue vendite negli Stati Uniti sono aumentate del 13,2 percento su base annua, raggiungendo quasi 147.800 veicoli, rispetto a un aumento del 3,1 percento nelle vendite globali. Inoltre, sia Toyota che Honda hanno dichiarato di aver aumentato significativamente le spedizioni di automobili dal Giappone agli Stati Uniti, rafforzando così le loro scorte americane che sono sfuggite ai sovrapprezzi.
Da parte sua, a differenza dei suoi connazionali, la Nissan, un produttore in difficoltà finanziarie e indebitato, ha subito un forte calo delle vendite negli Stati Uniti, a causa della mancanza di modelli ibridi apprezzati dai consumatori americani. Ma a marzo ha anche beneficiato della frenesia di acquisto di automobili dei suoi clienti americani, con un rimbalzo del 9,9% anno su anno nelle sue vendite nel paese, a quasi 110.000 unità, nonostante le sue vendite globali siano diminuite complessivamente del 3,4%, in particolare a causa di un calo del 26% in Cina.
Ma per Toyota produzione in calo: prima flessione in 4 anni
Tuttavia, lo scandalo sui test di sicurezza pesano sui risultati di Toyota, che per la prima volta in 4 anni annuncia una flessione della produzione globale. Nei 12 mesi conclusi a fine marzo la maggiore casa auto mondiale ha registrato una flessione del 2,9% rispetto all’anno precedente, a 9,68 milioni di unità, mentre le vendite globali sono scese dello 0,3% a quota 10,27 milioni (ma – lo si diceva sopra – nel solo mese di marzo l’output globale è aumentato grazie alla accelerazione della domanda in previsione dei dazi annunciati da Trump).
L’inchiesta e l’ispezione del ministero dei Trasporti nipponico – che ha riguardato la falsificazione di specifici test di omologazione, ha inoltre causato l’interruzione temporanea di alcuni modelli, avendo ripercussioni anche sulla produzione a livello nazionale, con un calo del 2,2% a 3,24 milioni di auto. Toyota ha venduto 1,51 milioni di auto in Giappone, con una diminuzione dell’1,6% rispetto all’anno precedente, mentre le vendite all’estero sono rimaste immutate a 8,77 milioni di auto. A livello regionale, la produzione e le vendite in Nord America sono rimaste pressoché invariate, rispettivamente a 2,07 milioni di unità e a 2,73 milioni di unità, con l’impatto dei richiami di alcuni modelli che è stato compensato dalla domanda robusta di veicoli ibridi.
In Cina, invece, dove la casa auto affronta una fitta concorrenza sui prezzi da parte dei costruttori locali, la produzione è scesa del 7,8% a 1,55 milioni di auto, mentre le vendite sono diminuite del 5,9% a 1,79 milioni di veicoli.