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Auto elettriche: corsa agli incentivi, fondi esauriti in un giorno. Ma è davvero un successo?

Pixabay

Un successo inaspettato ha accompagnato l’apertura della piattaforma per gli incentivi auto 2024. Gli oltre 201 milioni di euro dedicati alle auto elettriche, con fascia di emissioni 0-20 gr/km di CO2, sono stati polverizzati in una sola giornata. In confronto, le auto ibride (21-60 grammi al km di CO2) e ibride plug-in (61-135 grammi al km di CO2) hanno avuto un riscontro decisamente inferiore: solo 7 milioni su 125,7 disponibili sono stati utilizzati per le ibride plug-in, mentre per le ibride la cifra sale a 64 milioni su oltre 276,6.

Insomma, un quadro a due velocità che lascia spazio a dubbi e domande. Un boom per le auto a zero emissioni, che ha però lasciato di stucco alcuni osservatori.

Boom incentivi auto elettriche: dubbi e perplessità

Come è possibile che un simile tesoretto sia stato bruciato così in fretta? Negli anni passati, con gli stessi incentivi, le risorse per le elettriche spesso avanzavano. Che cosa è cambiato?

Massimo Artusi, presidente di Federauto, punta il dito sul sistema di prenotazione online, ipotizzando che speculazioni o accessi indebiti possano aver fatto da padroni. Un’ipotesi che trova terreno fertile nei dati di mercato: la domanda di auto elettriche, in passato, non era mai stata così alta, anzi, spesso si registravano avanzi di fondi considerevoli.

Insomma, qualcosa non quadra. E proprio per questo Federauto chiede di fare chiarezza, di indagare a fondo per capire le cause di questo esaurimento lampo.

Che sia stato un vero e proprio assalto alle auto elettriche o un malfunzionamento del sistema, la risposta è fondamentale per evitare che si ripeta in futuro. Il mercato delle auto elettriche è in crescita, il potenziale è enorme, ma serve trasparenza e tutela per i cittadini e le aziende che vogliono davvero fare la loro parte per un futuro più verde.

Incentivi auto elettrica: è comunque un successo

L’esaurimento dei fondi, seppur anomalo e repentino, evidenzia un forte interesse per le auto elettriche da parte del pubblico. Un interesse che, secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, è dovuto sia all’entità degli incentivi che ad una crescente sensibilità verso la mobilità sostenibile.

“Stupisce favorevolmente l’interesse per le elettriche dovuta sicuramente all’entità degli incentivi, ma auspicabilmente anche a un accresciuto interesse per questo tipo di auto. E stupisce anche la relativa modestia della quota di prenotazioni per le auto endotermiche con emissioni non superiori a 135 grammi al chilometro di CO2, vetture queste per le quali in passato gli stanziamenti per gli incentivi si esaurivano in pochissimo tempo”, ha commentato il presidente del Centro Studi Promotor, Gian primo Quagliano.

Il mercato dice però altro: a maggio vendite auto elettriche -18%

I dati sulle immatricolazioni di maggio raccontano però una storia diversa. Le auto elettriche, in attesa degli incentivi, hanno subito un calo del 18,3%, mentre il mercato nel suo complesso è sceso del 6,6% rispetto a maggio 2023. Le ibride plug-in (Phev) calano del 30,5% a maggio e del 25,7% nei cinque mesi, rappresentando il 3,3% delle immatricolazioni del singolo mese e il 3,2% del totale da inizio anno.

Ma è tutto il mercato dell’auto a rallentare. Un calo che, secondo gli operatori, era prevedibile e dovuto proprio al rinvio degli acquisti in attesa dell’arrivo degli incentivi. In Italia le auto immatricolate il mese scorso sono state 139.581, facendo segnare un -6,62% sullo stesso mese del 2023. Se però si guarda ai primi cinque mesi del 2024 il bilancio è positivo, con una crescita del 3,4%.

“Ci aspettiamo che nei prossimi mesi si possa invertire il trend delle immatricolazioni di vetture ricaricabili, in flessione dallo scorso gennaio, sostenendo la domanda di tecnologie green e al contempo i ritmi di rinnovo del parco circolante, anche grazie anche all’estensione della misura a tutte le persone giuridiche con l’eccezione dei concessionari”, ha dichiarato Roberto Vavassori, presidente dell’Anfia.

L’Unrae, invece, ha fa notare che “non sono stati resi disponibili tutti i fondi” e che “sarà necessaria l’emanazione di un Dpcm apposito nel più breve tempo possibile per evitare l’ennesimo periodo di incertezza che si prospetta per il mercato”.

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