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Auto elettriche cinesi: Ue aumenta i dazi fino al 38%, è scontro con la Cina. Cosa sta succedendo

Imagoeconomica

L’Unione Europea aumenta i dazi sull’importazioni di auto elettriche dalla Cina. La decisione di aumentare i dazi arriva dopo mesi di indagini da parte della Commissione Europea, che ha rilevato pratiche di concorrenza sleale da parte dei produttori cinesi. Questi ultimi beneficiano di sussidi pubblici che permettono loro di vendere veicoli a prezzi inferiori rispetto ai costi di produzione, danneggiando così i produttori europei.

“La Commissione europea ha comunicato alle parti interessate il livello dei dazi compensativi provvisori che intende imporre sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina,” ha dichiarato l’esecutivo comunitario.

I nuovi dazi alle auto elettriche cinesi

Attualmente, le auto importate dalla Cina in Europa hanno un dazio del 10%, mentre le auto europee importate in Cina sono tassate al 15%. I nuovi dazi europei, secondo le intenzioni della Commissione, si aggiungeranno al 10% già in vigore e potranno arrivare fino al 38% sui veicoli cinesi, arrivando così ad un massimo complessivo del 48,1%. L’aumento sarà differenziato per produttore.

A essere colpite maggiormente saranno Byd, soggetta ad una aggiunta del dazio del 17,4%, Geely del 20% e Saic del 38,1%. Per gli altri produttori cinesi che hanno collaborato all’indagine, verrà applicato un dazio medio ponderato del 21% mentre sarà del 38,1% per quelli che non hanno collaborato.

Le nuove tariffe aggiuntive colpiranno anche alcune aziende occidentali che producono modelli in Cina, come BMW con la iX3 e le Mini, Mercedes con i nuovi modelli Smart, Renault con la Dacia Spring elettrica e Tesla che spedisce le Model 3 da Shanghai verso l’Europa.

Germania e Ungheria contrarie, Francia e Spagna favorevoli

La decisione di imporre dazi ha diviso i Paesi membri dell’UE. La Germania, la Svezia e l’Ungheria si sono opposte a questa misura, temendo ritorsioni commerciali da parte della Cina e potenziali danni ai loro rapporti economici con Pechino. Al contrario, Francia e Spagna hanno sostenuto l’introduzione di dazi più elevati per proteggere l’industria automobilistica europea.

Gli analisti prevedono che la Cina risponderà a questi dazi con misure simili, aumentando le tariffe sulle importazioni di auto europee dal 15% al 25% e imponendo nuove tariffe su altri beni. Questi dazi europei saranno temporanei, ma retroattivi, entreranno in vigore a luglio e dureranno cinque anni, soggetti alla ratifica degli Stati membri entro il 2 novembre.

“Abbiamo raggiunto un passo fondamentale nella nostra indagine sui veicoli elettrici a batteria cinesi, rendendo pubblici i dazi provvisori che intendiamo applicare imporre. Il nostro obiettivo non è chiudere il mercato europeo ai veicoli elettrici cinesi, ma garantire che la concorrenza sia leale” ha dichiarato su X il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis.

La Cina non ci sta: “opporsi al protezionismo”

La risposta di Pechino non si è fatta attendere. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha dichiarato che l’UE sta danneggiando i propri interessi con questi dazi. “Esortiamo l’UE a rispettare il suo impegno a sostenere il libero scambio, a opporsi al protezionismo e a collaborare con la Cina per salvaguardare la cooperazione economica e commerciale complessiva bilaterale.”

La decisione europea segue l’imposizione di dazi del 100% sulle auto elettriche cinesi da parte degli Stati Uniti. Un tentativo di fermare i produttori cinesi che stanno inondando i mercati occidentali con auto a buon mercato e di buona qualità, complicando gli sforzi di Europa e Stati Uniti di sviluppare una propria filiera per raggiungere obiettivi climatici ambiziosi.

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Categories: Economia e Imprese