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Auto elettrica: quella italiana la costruiscono gli studenti di Messina

Una scuola pubblica diventa un caso positivo di impegno su temi ambientali e di mobilità

Auto elettrica: quella italiana la costruiscono gli studenti di Messina

Messina batte Asia 1-0. Si sa che gli studenti di Giappone, Cina, Corea sono molto bravi e disciplinati, ma anche dalla bistrattata scuola italiana escono talvolta cose buone. A Messina i ragazzi dell’Istituto Verona Trento hanno creato la prima auto elettrica tutta italiana. L’hanno costruita assieme ai docenti in un progetto che esprime il desiderio di un mondo meno inquinato.

A Messina si fa “la via dello Stretto”

I ragazzi del Verona Trento hanno ricevuto i complimenti del sindaco di Messina Federico Basile e dell’intera città. La notizia della loro impresa sta facendo il giro del mondo. La raccontiamo iniziando con una domanda: perché gli asiatici se la tirano così tanto per fare cose che in Italia riusciamo a fare a scuola? Brava Giorgia Meloni a strappare la via della seta. Qui si fa “la via dello Stretto”.

Visto che ci siamo, non sappiamo se i ragazzi hanno voluto fare anche un regalo al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini affinché sull’agognato Ponte viaggino solo auto elettriche.

Al Comune di Messina, comunque, i giovani talentuosi sono stati presentati come i più sensibili alle questioni ambientali, a partire proprio dalle auto che inquinano.

Messina da questo punto di vista non è diversa da altre città. Quando e se caleranno le auto dal Ponte, bisognerà stare molto all’erta.

Da rottame a gioiello tecnologico

Per ora una vecchia Renault 5 abbandonata è stata completamente e seriamente “rivoltata” come una volta facevano i sarti con gli abiti usurati.

Il motore endotermico – quello che dal 2035 in Europa non dovrebbe più esistere – è stato sostituito con un “motore elettrico in corrente continua accoppiato direttamente alla trasmissione originale dell’automobile”. E sì che funziona. Del resto Henry Ford e Karl Benz, inventori dell’automobile, eliminarono soltanto i cavalli dalle vecchie carrozze.

La storia messinese si è fatta via via appassionante. L’Istituto siciliano ha investito in tecnologie per permettere ai ragazzi di scrutare gli orizzonti sostenibili durante le ore in laboratorio. Anche la complicata vicenda mondiale del litio per le batterie è stata risolta grazie al CNR ITAE che ha regalato ai ragazzi un sistema di accumulo di corrente monitorabile da remoto. Non c’è stato bisogno di andare a comprare litio in nessuna parte del mondo perché i soldi non ci sono. E se fossero stati chiesti al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara li avrebbe dati? Anzi se ne ha, li metta a disposizione per incrementare le attività.

Un progetto che dà speranza

Il progetto innovativo è stato portato avanti grazie alla passione e all’impegno di tutta la comunità scolastica, che ha lavorato insieme per creare un mezzo che rispetti l’ambiente e sia ecosostenibile dal punto di vista energetico, ha detto Simonetta Di Prima, la dirigente scolastica.

La scuola italiana, insomma, è capace anche di stupire. Questo è un esempio concreto di come l’istruzione pubblica può diventare palestra per affrontare problemi veri. La politica che discute di riformare la scuola si avvita su se stessa. Lo sa cosa succede in certi Istituti ? Al Sud, per giunta.

Le risorse economiche per l’istruzione sono sempre molto scarse. Ma come è accaduto a Messina le buone idee si possono realizzare nonostante la nazionale lamentazione sulla scuola caos.

Da ultimo, le case automobilistiche hanno saputo di questa sperimentazione? Perché, se Fiat-FCA-Stellantis fossero interessate possono chiamare gli studenti di Messina senza tribolare oltre per la loro auto elettrica. La Sicilia è molto più vicina della Cina.

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