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Auto elettrica: Italia in ritardo, servono più incentivi e meno regole

Le vendite di auto elettriche procedono lentamente in Italia. Tecnici e esperti chiedono aiuto: “Servono incentivi dalla Ue”

Auto elettrica: Italia in ritardo, servono più incentivi e meno regole

Auto elettrica, l’Italia marcia lentamente. Ad agosto questi erano i numeri delle immatricolazioni di auto elettriche: 165.165 nel Regno Unito, 86.649 in Germania, 19.657 in Francia, 4.055 in Italia, 3.583 in Spagna. L’Italia arranca. E rischia di continuare a fare fatica per colpa anche delle scelte compiute dalla Ue. Già, perché dalla Ue servono più incentivi e meno regole.

Confronto tra esperti e operatori del settore

E’ la ricetta che emerge dal confronto di esperti ed operatori di settore sui temi dell’energia per il trasporto sostenibile riuniti nel convegno romano “i trasporti italiani ed europei e la sfida del 2035” organizzato da Withub: i legislatori europei hanno insistito troppo su regole e obiettivi e troppo poco sul sostegno a una industria che avrebbe bisogno invece di meno rigidità e più incentivi.

Le differenze con Stati Uniti e Cina

“Quello che ci differenzia dalle due grandi aree con cui ci confrontiamo a livello industriale, Stati Uniti e Cina e Asia, è che noi abbiamo avuto l’ansia di regolamentare l’industria mentre loro hanno stimolato l’industria”, rimarca Marco Stella, vicepresidente dell’Anfia, l’associazione nazionale filiera industria automobilistica. “Noi ci siamo preoccupati di mettere la bandierina della sostenibilità, loro hanno messo sul terreno aiuti”, aggiunge Per questo “l’auspicio è che nella prossima legislatura Ue si pensi profondamente all’industria del nostro continente“.

Servono sostegni

La questione del sostegno è centrale anche per Massimo Nordio, presidente di Motus-E. “Oggi c’è bisogno di un aiutino. Parlo degli incentivi“. Nordio insiste: “il sistema degli incentivi nel passato ha funzionato. il mercato che non si sta sviluppando è quello della fiscalità dell’auto. L’auto elettrica deve essere trattata, dal punto di vista fiscale, in maniera diversa perché è una scelta virtuosa e coraggiosa” Di sostegno all’auto elettrica parla anche Marco Castagna, presidente di Duferco energia, che sfata anche una critica diffusa: “Quello dei tempi di ricarica nelle aree di sosta è un falso problema, perché alla fine decido io quando e dove ricaricare”.

L’Eni, con il responsabile Mobilità sostenibile Alessandro Sabbini, punta il dito sulla necessità di alternative: “Se aspettiamo che la mobilità sia affidata interamente all’elettrico rischiamo di aspettare parecchio, Ai biocarburanti già oggi la legislazione europea riconosce riduzioni delle emissioni, e siamo convinti che possono dare un contributo importante, già oggi, alla mobilità leggera, e in futuro anche a quella pesante”.

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