Rilanciare il settore automobilistico europeo che rappresenta il 7% del Pil Ue e impiega circa 13 milioni di persone. È questo l‘obiettivo principale del piano presentato oggi dalla Commissione europea, guidata dalla Presidente Ursula von der Leyen. Un settore che sta attraversando una profonda crisi a causa della crescente concorrenza cinese, degli alti costi energetici, della transizione verso i veicoli elettrici e dei dazi di Trump.
In risposta a queste sfide, la Commissione ha perciò delineato un piano strategico che si concentra su cinque aree chiave: innovazione, mobilità pulita, competitività, catene di approvvigionamento, e competenze, con l’obiettivo di sostenere i produttori europei e rafforzare la loro competitività globale. Il piano è pensato per garantire che l’industria automobilistica europea possa rispondere alle nuove sfide senza compromettere i suoi obiettivi di sostenibilità delineati nel Green Deal.
“Ci atterremo ai nostri obiettivi di emissioni concordati, ma con un approccio pragmatico e flessibile. Il nostro obiettivo comune è un’industria automobilistica sostenibile, competitiva e innovativa in Europa” ha sottolineato Ursula von der Leyen.
Flessibilità sulle emissioni: rinvio delle multe di tre anni
Uno degli aspetti chiave del piano riguarda la gestione delle emissioni di CO2. La von der Leyen ha confermato l’impegno preso nei giorni precedenti durante il dialogo strategico, sospendendo le multe per i produttori che non raggiungono la quota di auto a basse o zero emissioni.
La Commissione europea ha proposto una modifica al regolamento attuale, che permetterebbe ai produttori di automobili di calcolare la media delle loro emissioni su un periodo di tre anni (dal 2025 al 2027), anziché su base annuale. In questo modo, le case automobilistiche potrebbero compensare eventuali superamenti delle emissioni in un anno con risultati migliori negli anni successivi, evitando le sanzioni previste già per il 2025.
Le normative dell’Ue stabiliscono una soglia di 95 grammi di Co2 per chilometro, calcolata come media sulle emissioni di tutte le auto immatricolate. A fare la differenza però sono i veicoli con motori non alimentati da benzina o diesel, i quali sono soggetti a sanzioni. Con l’emendamento proposto, le case automobilistiche avranno un periodo di tre anni per adeguarsi agli obiettivi, permettendo di posticipare la questione delle multe al 2027, e continuare a lavorare per un futuro più sostenibile.
Questa sospensione, oltre a dare respiro alle case automobilistiche europee, rappresenta un duro colpo anche per Elon Musk e la sua Tesla. Essendo un’azienda completamente elettrica, Tesla non produce emissioni dirette di Co2 e accumula crediti che può vendere ad altri produttori per aiutarli a rispettare i limiti ambientali. Nel 2023, questi crediti hanno fruttato a Tesla 1,79 miliardi di dollari, una fonte importante di introiti. Con la sospensione delle multe, la domanda di questi crediti potrebbe diminuire, danneggiando così i guadagni dell’azienda.
Anticipata la revisione, ma l’obiettivo 2035 rimane fermo
La Commissione europea ha deciso di anticipare al 2025 la revisione delle normative sulla messa al bando dei motori a combustione interna. In particolare, il Commissario per i Trasporti Sostenibili, Apostolos Tzitzikostas, ha annunciato che la revisione del regolamento sulle emissioni, inizialmente prevista per il 2026, avverrà nella seconda metà del 2025. Nonostante questa flessibilità, l’obiettivo di eliminare la vendita di auto con motori termici entro il 2035 rimane invariato.
Investimenti e incentivi per la mobilità elettrica
La Commissione rilancia poi verso futuro a basse emissioni concentrandosi su tecnologie e soluzioni che favoriscano la mobilità elettrica. Tzitzikostas, ha illustrato i principali fondi che l’Ue destinerà per supportare il settore, con l’intento di consolidare la posizione dell’Europa nel mercato globale dei veicoli elettrici e favorire un’industria automobilistica più sostenibile.
Il piano prevede ingenti investimenti, tra cui 1,8 miliardi di euro dal Fondo per l’Innovazione destinati a supportare i produttori di batterie europei. Questi fondi non si limitano alla produzione di batterie complete, ma comprendono anche componenti chiave come le celle, fondamentali per la realizzazione di veicoli elettrici. La Commissione ha sottolineato l’importanza di garantire una catena di approvvigionamento sicura e competitiva per le materie prime necessarie alla produzione delle batterie. Questo impegno mira a ridurre le dipendenze strategiche dall’estero e a promuovere la crescita dell’industria automobilistica europea.
Un ulteriore finanziamento di 350 milioni di euro sarà destinato alla ricerca sui sistemi di propulsione ecologici e innovativi, con l’obiettivo di rendere l’auto elettrica una realtà concreta, competitiva e accessibile a livello globale.
Il piano prevede anche misure per incentivare l’uso di veicoli pesanti a zero emissioni. La Commissione ha proposto di estendere l’esenzione dai pedaggi stradali oltre il 2025, con l’obiettivo di ridurre i costi per le aziende che utilizzano veicoli elettrici per il trasporto pesante. Inoltre, 570 milioni di euro saranno destinati alla creazione di infrastrutture di ricarica, con un focus particolare sui mezzi pesanti, e saranno adottate linee guida per accelerare i tempi di connessione dei punti di ricarica alla rete elettrica, rendendoli di interesse pubblico prioritario.
C’è poi il forte impulso all’innovazione con i veicoli autonomi, un settore che beneficerà di 1 miliardo di euro dal programma Horizon Europe. L’Unione Europea intende sviluppare un mercato unico armonizzato per i veicoli autonomi, stabilendo regole comuni e test standardizzati per favorire l’adozione di questa tecnologia. La Commissione sta lavorando per creare un ambiente normativo che favorisca l’integrazione dei veicoli autonomi nel mercato e supporti lo sviluppo di tecnologie avanzate.
A partire dal 2026, l’Ue introdurrà incentivi diretti per i consumatori, tra cui schemi di incentivazione fiscali per l’acquisto di veicoli elettrici. Saranno previsti anche incentivi per le imprese che investiranno nell’elettrificazione delle loro flotte aziendali. Inoltre, per le famiglie a basso reddito, sono in fase di sviluppo programmi di prestiti agevolati per l’acquisto di auto elettriche nuove o usate. Le misure proposte comprendono anche il leasing sociale per rendere l’auto elettrica accessibile a un pubblico più ampio e incentivare la transizione verso flotte aziendali elettriche o ibride.
Per rispondere alle sfide occupazionali legate alla transizione energetica, l’Ue ha deciso di investire 90 milioni di euro in corsi di formazione professionale, destinati a preparare la forza lavoro per le nuove competenze richieste dal settore automobilistico del futuro. Questi investimenti contribuiranno a formare una manodopera qualificata in grado di affrontare le sfide legate all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità.
Il piano europeo per l’automotive include dunque una serie di misure per stimolare la domanda di veicoli elettrici, rafforzando gli incentivi per i consumatori e incentivando l’elettrificazione delle flotte aziendali. La Commissione Europea sta lavorando a una raccomandazione comunitaria che promuoverà schemi di incentivi fiscali, sia a livello nazionale che europeo, per l’acquisto di veicoli elettrici. Allo stesso tempo, saranno previsti nuovi aiuti di Stato per sostenere gli investimenti privati nella produzione di batterie e altri componenti chiave per veicoli elettrici, connessi e automatizzati, per favorire l’adozione di tecnologie sostenibili in tutta l’industria.
Apertura ai carburanti sintetici e biologici
L’Ue si apre anche all’impiego di nuove tecnologie per ridurre le emissioni. Tzitzikostas ha riconosciuto che i carburanti sintetici e biologici potrebbero giocare un ruolo significativo nel raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050. “Abbiamo già affermato che i carburanti sintetici hanno un ruolo da giocare nel garantire la neutralità climatica”, ha sottolineato il Commissario, spiegando che l’Ue continuerà a valutare altre tecnologie che potrebbero contribuire a questo scopo: “nella revisione daremo indicazioni sui carburanti sintetici (e-fuels), ma guarderemo anche a quali altre tecnologie potranno aiutare a raggiungere gli obiettivi del 2035” in termini di emissioni.
La difesa della competitività europea
La crescente concorrenza asiatica, in particolare quella proveniente dalla Cina, è poi l’altra sfida da affrontare. Per contrastare le pratiche commerciali sleali e proteggere il settore, il piano dell’Ue prevede l’introduzione di norme più rigorose sull’origine dei prodotti, accompagnate da un rafforzamento dei controlli sui sussidi statali provenienti da paesi terzi. Bruxelles vuole evitare che i produttori cinesi, ad esempio, possano delocalizzare la produzione in paesi come Vietnam, India o Turchia e poi vendere i loro prodotti nell’Ue a prezzi competitivi grazie ai costi di produzione più bassi.
Inoltre, un altro punto fondamentale per rafforzare la competitività dell’industria europea è l’inclusione della Banca Europea per gli Investimenti (Bei), che avrà un ruolo chiave nell’attrarre investimenti privati a sostegno del settore automobilistico dell’Ue.