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Auto a benzina e diesel: Italia e Germania contro lo stop del 2035 della Commissione europea

Italia e Germania hanno espresso ieri la loro contrarietà a un limite troppo rigido allo stop previsto dalla Commissione europea per le auto a benzina e a diesel. Puntano sugli e-fuel.

Auto a benzina e diesel: Italia e Germania contro lo stop del 2035 della Commissione europea

Le alternative alle auto elettriche ci sono e gli e-fuel rendono un’auto termica “pulita” quanto una elettrica. Ne sono convinte Italia e Germania che si sono unite su questo terreno opponendosi al bando dei motori a combustione nel 2035. E stamane la presidenza Ue risponde rinviando a venerdì la riunione in agenda oggi sul tema.

Le dichiarazioni di Italia e Germania

Martedì 7 marzo a Bruxelles, alla riunione degli ambasciatori dei Paesi dell’Ue (Coreper I), l’Italia esprimerà una posizione contraria alla proposta di Regolamento europeo che prevede il bando alla produzione e vendita di auto e van con motori termici al 2035. Lo ha detto il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica in un comunicato. Sulla stessa linea si è espresso il ministro dei Trasporti tedesco Volker Wisssing che ha minacciato il veto a Bruxelles se la Commissione non farà un regolamento sugli e-fuels. L’uso dei carburanti sintetici per le auto deve essere possibile, ha detto l’esponente liberale del governo di Olaf Scholz alla Bild. «Alla luce dell’enorme flotta di veicoli già esistenti che abbiamo soltanto in Germania, per l’Fdp ci può essere solo un compromesso sui limiti del parco auto, se anche il ricorso agli e-fuels è possibile. Al momento non siamo a conoscenza di proposte, ma solo di esternazioni di rigetto da parte del commissario Frans Timmermans», ha aggiunto.

La questione non è ancora chiusa: i prossimi giorni decisivi

Italia e la Germania riaprono dunque un dossier che la Commissione pensava di aver già archiviato. “I target ambientali vanno raggiunti attraverso una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa”, dice ancora il ministero dell’Ambiente italiano.
Oltre a Germania e Italia ci sono Bulgaria e Polonia rispettivamente astenuta e contraria al Coreper che il novembre scorso aveva avviato l’accordo. Messi insieme, i quattro Paesi costituirebbero un blocco di minoranza decisivo per stoppare l’iter.

Il rinvio della presidenza Ue da oggi a venerdì

Il via libera del Coreper II allo stop alla vendita di motori endotermici dal 2035, che era in agenda oggi, è stato spostato a venerdì dopo le dichiarazioni di Italia e Germania. Lo ha deciso stamane la presidenza Ue (Svezia): il Coreper, che riunisce i rappresentanti degli stati, non si pronuncera’ stamattina sul regolamento sulle emissioni di Co2 di auto e furgoni nuovi a diesel e benzina, che stabilisce lo stop dell’immissione nel mercato dal 2035 bensi’ nella riunione di venerdi’ 3 marzo. Il punto all’ordine del giorno e’ stato rinviato dopo la decisione del governo italiano di votare contro, ha detto un comunicato della presidenza.. Le prossime tappe prevedevano l’approvazione finale dell’Eurocamera e la ratifica, formale e definitiva al Consiglio Ue del 7 marzo.

Per il governo italiano l’elettrico non può essere l’unica via

Per l’Italia ci sono altre vie oltre all’elettrico per arrivare a zero emissioni. “Il successo delle auto elettriche dipenderà molto da come diventeranno accessibili a prezzi concorrenziali”, ha osservato il ministero guidato da Gilberto Pichetto. La posizione dell’Italia riflette quella espressa in maniera compatta da Fi, Lega e Fdi alla Plenaria di febbraio al Pe.

Francia e altri 10 paesi spingono per il nucleare

A Stoccolma, nel frattempo, ha ancora tenuto banco la questione del nucleare. In una dichiarazione scritta, su iniziativa della Francia, undici Paesi membri (dalla Polonia all’Ungheria fino all’Olanda) hanno chiesto all’Ue “di garantire collaborazione delle forniture e esplorare programmi di formazione congiunti e progetti industriali” sull’energia nucleare. Il documento è stato redatto al termine di un incontro al quale l’Italia era data inizialmente tra i partecipanti. Roma, tuttavia, alla fine non si è seduta al tavolo. “L’Italia è sempre la benvenuta ma sta al governo decidere”, hanno spiegato fonti del governo francese mentre Salvini ha ricordato il “drammatico errore” italiano di non aver più investito nel settore. Ma l’esecutivo deve fare i conti con il referendum abrogativo del 1987, che riguardava il nucleare di prima e seconda generazione. Solo dopo un adeguato approfondimento il governo avrà chiari i margini entro i quali potersi muovere.

Aggiornato alle ore 1030 del primo marzo 2023

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