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Australia, lo spettro della recessione comincia dalle auto

Delle tre case automobilistiche operanti in Australia, la Ford ha deciso l’interruzione della produzione entro i prossimi tre anni, la Holden lo farà nei prossimi due e la Toyota potrebbe seguirne a breve l’esempio.

Australia, lo spettro della recessione comincia dalle auto

L’industria automobilistica australiana corre sull’orlo del baratro, e dopo che il gruppo locale Holden si appresta – come già annunciato nei mesi scorsi – a chiudere i suoi stabilimenti in patria, anche la Toyota rende noto che molto difficilmente potrà continuare a produrre auto Made in Australia. La ragione principale sono i costi, che sono più alti non solo rispetto ai costi di produzione in Asia ma anche rispetto a quelli europei. Né la recente discesa del dollaro australiano è sufficiente a sanare le differenze. 

Delle tre case automobilistiche operanti in Australia, la Ford ha deciso l’interruzione della produzione entro i prossimi tre anni, la Holden lo farà nei prossimi due e la Toyota potrebbe seguirne a breve l’esempio. I laburisti si scagliano contro il premier per la questione della Holden, accusando il governo di aver ostinatamente ignorato le richieste di aiuto dell’impresa. Bill Shorten, leader del Labor Party, tuona dai banchi dell’opposizione che “il governo Abbot ha guidato l’industria nazionale delle auto dritta nel più catastrofico disastro automobilistico che la storia australiana ricordi”.

Chiamato in causa, Mr Abbot ha dichiarato che non vuole fingere di fronte al parlamento che questo non sia un giorno nero per l’industria australiana; nello stesso tempo si è però impegnato a fare tutto il possibile perché la Toyota non abbandoni l’Australia, a fare cioè, come sottolinea l’opposizione, ciò che non ha fatto per la Holden. Quello che si teme è l’effetto domino: oggi la Holden, domani la Toyota, la quale, in effetti, ha già comunicato che l’interruzione della produzione da parte della Holden mette in serio pericolo la permanenza dell’azienda giapponese sul territorio australiano. I posti di lavoro che verrebbero cancellati, compresi quelli di Ford e Holden, sono più di 50.000, di cui quasi 29.000 nello Stato del Victoria, dove si concentrano i maggiori stabilimenti. 

Dave Smith, segretario della divisione veicoli del sindacato australiano dei lavoratori dell’industria, parla di “giorno tragico” per i dipendenti del settore, mentre il governatore dello Stato del Victoria Denis Napthine promette che eserciterà forti pressioni enorme sul governo per ottenere un sostanzioso pacchetto di provvedimenti a favore dei lavoratori licenziati.


Allegati: Drive

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