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Australia: ecco le misure utili al rilancio

La performance economica australiana è stata particolarmente buona negli ultimi anni rispetto alle economie più avanzate e nonostante la congiuntura globale instabile. Ciò si è dovuto principalmente a un boom degli investimenti nel settore minerario trainato da una domanda forte, in particolare dalla Cina. Tuttavia, come pubblicato da Atradius, la crescita del PIL è rallentata nel 2013 al 2,4%, rispetto al 3,6% dell’anno precedente, a causa della minore crescita dei consumi e dell’apprezzamento della moneta in seguito alla riduzione della spesa per welfare e servizi pubblici e al contemporaneo aumento della pressione fiscale. Inoltre, sulla diminuzione degli investimenti nel minerario (-14% nel 2014 e -22% nel 2015) dovrebbe influire nei prossimi due anni il progressivo completamento dei progetti di sfruttamento del gas naturale liquefatto (GNL). Al contrario, l’edilizia e la spesa dei consumatori si stanno riprendendo.

Nel primo trimestre 2014 le esportazioni hanno fatto registrare un aumento. La Reserve Bank of Australia ha mantenuto il tasso di interesse di riferimento al minimo storico (2,5%) da agosto 2013, nel tentativo di stimolare una nuova ondata di crescita economica, in particolare nei settori non minerari. Si prevede per quest’anno un aumento della crescita del PIL del 2,9% e del 2,6% nel 2015. Ciò non toglie che l’economia australiana sia in una fase di transizione: gli investimenti nel settore minerario si stanno riducendo, mentre la produzione e l’esportazione di massa di materie prime come ferro, carbone e GNL sono in piena espansione e stanno dando un contributo sempre maggiore alla dinamica del PIL. Tuttavia, questo potrà non essere sufficiente per restituire al tasso di crescita dell’economia il suo trend precedente: sarà infatti necessaria una ripresa degli investimenti nel non-minerario per poter garantire una crescita economica sostenuta a lungo termine.

La disoccupazione è salita l’anno scorso al 5,6% dal 5,2% del 2012, quando la transizione strutturale del settore minerario ha creato disoccupazione frizionale che avrà bisogno di tempo per essere assorbita. In questo contesto, la disoccupazione dovrebbe aumentare moderatamente nel corso del 2014 (al 5,8%). Notizie positive dai consumi privati, con una crescita moderata nel 2013 (+2%) e previsioni di un progressivo incremento al 2,2% nel 2014 e 3,1% l’anno prossimo.

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