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Aumento bollette: Enel, Hera, Edison e A2a replicano all’Antitrust. “Contratti rispettati”

Imagoeconomica

Il comparto delle utility si difende dalle accuse dell’Antitrust, che ha messo nel mirino le sette principali società fornitrici di energia e gas sul mercato libero per modifica illegittima delle condizioni di fornitura, che avrebbe provocato un ingiustificato aumento dei prezzi in bolletta agli utenti. L’Autorità era già intervenuta alla fine di ottobre nei confronti di 4 aziende: Iren, Dolomiti, E.On e Iberdrola. Ora, le società interessate sono Enel, Eni, Hera, A2a, Edison, Acea ed Engie – circa l’80% del mercato – che replicano invece di aver rispettato i contratti.

In particolare, sotto la lente dell’Autorità sono finite le proposte di modifica del prezzo di fornitura di energia elettrica e di gas naturale e le successive proposte di rinnovo delle condizioni contrattuali, in contrasto con l’art. 3 del Decreto-legge di agosto, il cosiddetto Aiuti bis, che non consentiva tale modifica fino al 30 aprile 2023.

Entro sette giorni, le aziende potranno difendersi e l’Antitrust potrà confermare o meno i provvedimenti cautelari.

Enel replica all’Antitrust: “Nessuno abuso”

Con riferimento al procedimento istruttorio annunciato dall’Autorità, Enel precisa “di non avere modificato alla propria clientela le condizioni economiche durante il periodo di validità dei contratti, conformemente a quanto disposto dall’articolo 3”.

“L’Autorità chiede di applicare l’articolo in questione anche ai rinnovi contrattuali, proponendo dunque – sottolinea il colosso energetico – un’interpretazione analogica errata di una disposizione eccezionale, in contrasto con le norme nazionali ed i regolamenti europei. Enel ha sinora fatto fronte alla grave crisi provocata dall’aumento dei costi del gas mantenendo invariati i prezzi per i propri clienti durante tutta la validità dei contratti. Per far ciò la società ha mantenuto il prezzo di vendita dell’energia rinnovabile sui valori storici di prima della crisi ed ha sopportato le perdite determinate dalla crescita del prezzo del gas che ha penalizzato le imprese generatrici di energia elettrica”.

Il provvedimento emanato, prosegue la nota, “impedendo di recepire le variazioni di costo intervenute dopo la scadenza del contratto, danneggia i clienti per i quali gli operatori elettrici non avranno energia disponibile a prezzi pre-crisi che rischiano, dunque – stante l’impossibilità di rinnovare il contratto – di transitare sul mercato tutelato o della salvaguardia che oggi pratica prezzi più alti di quelli applicati in sede di rinnovo delle offerte in scadenza”. Per questo motivo, la società annuncia che “impugnerà immediatamente il provvedimento dell’Autorità confidando che la valutazione di un giudice terzo possa ripristinare le minime condizioni di diritto necessarie per la sopravvivenza di un mercato già afflitto da tanta turbolenza”.

Anche Hera si difende contro il provvedimento dell’Antitrust

Anche Hera difende il proprio operato dopo l’avvio di un procedimento dell’Autorità. La multiutility bolognese, si legge in una nota, “ritiene di avere sempre operato in modo conforme alle norme vigenti e nel pieno rispetto degli impegni contrattuali con i propri clienti, proponendo rinnovi delle condizioni economiche solo qualora le stesse fossero in scadenza”.

Non solo. La società energetica mette in evidenzia le “numerose azioni a supporto dei clienti, a partire dalle agevolazioni nei pagamenti, e le migliori condizioni contrattuali possibili”. Per questo, Hera, “ritiene di poter dimostrare la correttezza del proprio operato, riservandosi di tutelare le proprie ragioni nelle sedi competenti”.

A2a, Patuano risponde al provvedimento dell’Antitrust: “Convinti di aver rispettato i contratti”

Anche A2a risponde al provvedimento dell’Antitrust. “Abbiamo sempre rispettato i contratti con i nostri clienti anche, se posso aggiungere, quando non ci conveniva”. Sono le parole di Marco Patuano, presidente di A2a. “Quello che abbiamo fatto è stato applicare i contratti nelle loro previsioni. Adesso vedremo quanto ci viene sollevato dell’Antitrust perché è evidente che c’è una differente interpretazione del disposto normativo. Resta un po’ di amarezza perché’ tutte le volte che abbiamo dovuto rispettare i contratti lo abbiamo fatto fino all’ultimo giorno e siamo convinti di aver operato in assoluta buona fede”, ha aggiunto il presidente Patuano a margine della presentazione di un rapporto con Ambrosetti.

Edison Energia: “Mai fatte modifiche unilaterali a contratti”

In relazione al procedimento istruttorio, Edison Energia si dichiara “a completa disposizione dell’Autorità per fornire tutti gli elementi necessari per lo svolgimento di un esame completo e approfondito sull’operato dell’azienda, che è sempre stato conforme alle norme vigenti”.

La società, si legge in una nota, ritiene che l’interpretazione normativa dell’articolo 3 del decreto Aiuti bis data dall’Autorità sia del tutto illegittima, riservandosi di tutelare le proprie ragioni nelle sedi competenti.

Edison Energia sottolinea “di non aver mai fatto modifiche unilaterali nel corso di vigenza dei contratti, limitandosi, nel rispetto degli impegni contrattuali, ai rinnovi delle condizioni economiche alla naturale scadenza contrattuale”. La società energetica ha inoltre dichiarato che, in questo periodo di forte oscillazione dei costi energetici, “tutte le azioni avviate dalla società hanno avuto come primario obiettivo la tutela dei propri clienti attraverso l’agevolazione nei pagamenti, l’offerta delle migliori condizioni possibili nonché il supporto per ottimizzare i consumi”.

I titoli delle Utility ancora deboli a Piazza Affari

Intanto i titoli delle utility continuano ad essere molto volatili, in una mattinata di generale debolezza per Piazza Affari (-0,36%). A2a cala dello 0,65%, Hera dello 0,90%, Eni dello 0,25%. Enel, invece, sale dello 0,23%, grazie anche all’accordo con Volkswagen sulla joint venture paritetica per accelerare la diffusione della mobilità elettrica in Italia. Anche Acea viaggia in territorio positivo (+0,075%). Per quanto riguarda il tetto ai prezzi del gas nell’Ue, altro tema scottante per le utility, ennesima fumata nera. Gli Stati membri non riescono a trovare l’intesa e il Consiglio europeo ha rimandato l’accordo a lunedì 19 dicembre.

Elettricità Futura e Utilitaria: “No al blocco dell’aggiornamento dei prezzi in bolletta”

Sul tema intervengono anche Elettricità Futura (associazione del mondo elettrico italiano nata dall’integrazione tra Assoelettrica e assoRinnovabili) e Utilitalia (federazione che riunisce le Aziende speciali operanti nei servizi pubblici di acqua, ambiente, energia e gas). Le due associazioni hanno chiesto al Governo e al Parlamento di intervenire chiarendo, come è previsto dall’art. 3 del DL Aiuti-bis, la possibilità di “aggiornare le condizioni economiche dei contratti di fornitura di energia alla scadenza delle stesse se si rispettano i termini di preavviso contrattualmente previsti e fermo restando il diritto di recesso dell’utente”. Le due associazioni sottolineano che i prezzi dell’elettricità e del gas sono aumentati di 6-7 volte nel 2022 rispetto alla media degli ultimi anni e che questo potrebbe avere “ricadute negative per l’occupazione e l’indotto della filiera nazionale”.

Gli operatori sarebbero costretti fino ad aprile 2023 a vendere energia a un prezzo molto più basso a quello a cui la comprano, dovendo continuare a venderla a prezzi definiti 12 o 24 mesi prima, prezzi che sono stati possibili solo in presenza di coperture oggi scadute. “Di conseguenza, si rischiano elevatissime perdite delle società di vendita stimabili nell’ordine dei 4-5 miliardi di euro”. Motivo per cui “molti operatori di vendita medio-piccoli rischierebbero il fallimento, con conseguenti danni per lo Stato, il sistema e i consumatori”.

L’intervento è urgente e necessario “a fronte dell’errata interpretazione dell’art. 3 da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato”, ribadiscono le due associazioni. Ma si tratta comunque di un organo collegiale indipendente che svolge la sua attività e prende decisioni in piena autonomia rispetto al potere esecutivo. In ogni caso, si può sempre fare ricorso al Tar contro le decisioni dell’Antitrust.

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Categories: Economia e Imprese