Nel mese di maggio è cresciuto il deficit commerciale dell’Italia con i Paesi extra Ue raggiungendo gli 1,8 miliardi di euro, rispetto all’1,5 miliardi di maggio 2010. Lo ha comunicato oggi l’Istat, aggiungendo che tanto l’import quanto l’export hanno registrato un calo, rispettivamente del -2,2% e del -0,9%.
Tuttavia, se si considerano gli ultimi tre mesi, i dati sono migliori: le importanzioni sono aumentate del 3,6% e le esportazioni del 3% su base congiunturale. Rispetto invece agli stessi tre mesi dello scorso anno, la crescita si mantiene su tassi elevati e molto simili per importazioni (+20,6%) ed esportazioni (+20,9%).
Il deficit è aumentato nel settore energetico rispetto allo scorso anno: 4,7 miliardi rispetto ai 4,3 del 2010. Tuttavia è cresciuto l’avanzo nell’interscambio di prodotti non ergetici: da 2,7 miliardi nel maggio 2010 a 2,8 nel maggio 2011.
In tutti i principali comparti si è registrata una crescita delle esportazioni. Le vendite all’estero dei prodotti energetici sono aumentate del 35,3%, dei beni strumentali del 21,8% e di consumo del 19,8% e dei prodotti intermedi del 17,9%.
Circa la metà dell’aumento complessivo delle importazioni si può spiegare con un incremento negli acquisti dei prodotti interemedi (+36,4%). Un contributo importante viene anche dai beni di consumo non durevoli (+24,3%) e da quelli energetici (+13,2%).
Nell’export, i mercati più dinamici sono la Svizzera (+43,4%), i paesi del Mercosur (+39,6%), la Russia (+27,3%), la Turchia (+22,5%) e la Cina (+21,4%). Mentre si registra un andamento inferiore alla media nelle esportazioni verso i paesi OPEC (+6,2%), verso il Giappone (+8,8%) e verso l’India (+16,5%).
La crescita delle importazioni è sostenuta dai paesi ASEAN (+42,9%), dalla Russia (+36,9%), dall’India (+35,5%), dalla Turchia e dai paesi del Mercosur (entrambi +26%). In forte diminuzione sono, invece, le importazioni dai paesi OPEC (-19,1%) e dal Giappone (-11,4%).