Parigi si è svegliata nuovamente con lo spettro del terrorismo, che irrompe a tre giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali. L’attentatore, il 39enne Karim Cheurfi rimasto ucciso durante lo scontro a fuoco con la polizia, era di passaporto francese ed il suo profilo era noto alle forze dell’ordine: già nel 2001 aveva tentato di uccidere due agenti a Roissy-en-Brie.
L’antiterrorismo francese sta perquisendo la casa del killer a pochi km di distanza da Parigi. Tre persone considerate a lui vicine sono state arrestate. Ad oggi si parla anche di un possibile complice proveniente dal Belgio; il sospettato si è però presentato spontaneamente agli investigatori di Anversa per dimostrare la sua innocenza.
L’attentato, come ha dichiarato il Presidente Trump, “Avrà grosse conseguenze sulle elezioni presidenziali!”. Fra i quattro principali candidati, i commenti più duri sono giunti dalla leader del Front National, Marine Le Pen, che ha usato toni durissimi: “Siamo in guerra, mi aspetto altri attentati da qui a domenica. Bisogna subito chiudere le frontiere”.
Il candidato repubblicano Fillon ha dichiarato di voler “rinegoziare il Trattato di Schengen”, sottolineando poi la necessità e l’urgenza di “opporre un muro intellettuale e morale all’Islam radicale”.
Se Melenchon ha preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali, il liberal-socialista Macron, che nei momenti dell’attentato stava rispondendo ai giornalisti di France2 durante il dibattito televisivo pre-elettorale, si è limitato ad esprimere solidarietà verso le forze di polizia.