Corre Atlantia, +2,05% ad un soffio da 15 euro, unico titolo di Piazza Affari in terreno positivo sull’onda delle indiscrezioni sul prossimo accordo sulla sorte di Autostrade per l’Italia.
Per ora dire il vero, il telefono non è ancora squillato nella sede del gruppo controllato da Edizione holding. Ma è probabile che sia questione di ore prima che riprenda almeno in via informale la trattativa con il ministro Paola De Michelis per raggiungere un compromesso che, in linea generale, si presenta così: Atlantia riduce la partecipazione sotto il 50 % a favore dell’accoppiata CdP/F2i. Il prezzo sarà calcolato sui nuovi parametri di redditività della rete autostradale, che dovranno comunque garantire agli investitori una remunerazione “adeguata” del capitale. Il tutto assieme all’avvio di un piano industriale assieme alla definizione del nuovo livello dei pedaggi, in calo ma non al punto da sacrificare l’ammontare degli investimenti e, ancor più sensibile sul piano politico, prevedere i risarcimenti.
Insomma, un vaste programme per dirla con il generale De Gaulle, che potrebbe saltare prima del traguardo. Ma a favorire un’intesa di massima dopo mesi di confronto a distanza, contribuisce la prossima inaugurazione del ponte di Genova: una soluzione dell’intrigo prima della cerimonia sarebbe un grande vantaggio per tutti i contendenti. Per i Benetton, purché salti la mannaia del Mille Proroghe. Per i Cinque Stelle, alla ricerca di una difficile quadra sul piano politico, anche tra le varie anime del movimento. Per il premier Giuseppe Conte che negli ultimi giorni ha sollecitato la disponibilità ad un accordo da parte dei Benetton ventilando la mannaia della revoca della concessione. Ma l’avvocato Conte conosce bene i rischi e le ripercussioni (anche internazionali) di una revoca.
La guerra, insomma, non sembra convenire a nessuno. La strada è stretta ma l’ingresso dello Stato attraverso il doppio veicolo Cdp-F2i sembra l’unica percorribile.