Dopo le difficoltà emerse nella trattativa con Cdp, il Cda di Atlantia ha deciso di mettere il gruppo davanti a un bivio. La prima opzione è vendere l’intera partecipazione nel capitale di Autostrade (pari all’88%) tramite processo competitivo. La seconda invece consiste nella “scissione parziale e proporzionale” di Aspi e nel “conferimento di, rispettivamente, il 55% e il 33% del capitale sociale nella neo-costituita Autostrade Concessioni e Costruzioni, da quotarsi in Borsa con l’uscita di Atlantia dal suo capitale”. È quanto si legge nel comunicato di Atlantia.
Insomma, il Cda ha deciso che – in parallelo allo spin off – partirà un processo competitivo “gestito da advisor finanziari indipendenti, per la vendita dell’intera quota dell’88,06% detenuta in Aspi – prosegue la nota – Tale processo è rivolto sia a Cdp che ad altri investitori istituzionali. La cessione sarà sottoposta a condizioni sospensive”.
Ciò significa che il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti non è escluso, ma fortemente ridimensionato rispetto agli accordi di luglio. Per questo, a stretto giro Cdp potrebbe replicare con un comunicato per prendere le distanze dall’iniziativa del Cda di Atlantia. Quanto al Governo, è verosimile che torni ad agitare lo spauracchio della revoca della concessione.
Tornando alla deliberazione del Cda, il comunicato spiega che gli eventuali acquirenti dovrebbero incamerare anche il rimanente 12% di Aspi in caso di esercizio del diritto di co-vendita da parte degli azionisti di minoranza. Non solo: “Qualora, in qualsiasi momento antecedente alla data di efficacia dell’operazione di scissione di seguito descritta, e dunque anche in un momento successivo all’approvazione del progetto di scissione da parte dell’assemblea, Atlantia riceva un’offerta da parte di uno o più soggetti che intendano acquistare la partecipazione, il cda, ove valuti che l’offerta corrisponda all’interesse sociale, provvederà a convocare nuovamente l’assemblea dei soci per sottoporre alla medesima la revoca della delibera di scissione già assunta”.
Fin qui la prima strada. Veniamo alla seconda: il Consiglio ha approvato anche “il progetto di scissione parziale e proporzionale di Atlantia a favore di Autostrade Concessioni e Costruzioni spa – prosegue il Cda – società già costituita l’8 settembre 2020 e interamente posseduta da Atlantia”.
Per effetto della scissione, ogni azionista di Atlantia si ritroverebbe in portafoglio due titoli azionari quotati distinti: un’azione Atlantia e un’azione di Acc. Ovvero: i soci della holding riceveranno un’azione Acc per ogni azione Atlantia posseduta. Il calendario dell’operazione prevede che lo spin-off si possa completare entro giugno del 2021.
Dopo la diffusione del comunicato del Cda, il titolo in Borsa di Atlantia guadagna l’1,9%, a 13,90 euro.
AGGIORNAMENTO
Il governo e Cdp hanno scritto due lettere ad Atlantia per chiederle di rispettare gli accordi di metà luglio. La questione è controversa, perché, secondo la holding, quell’intesa era subordinata al via libera da parte degli azionista di minoranza di Aspi, che non è arrivato: i fondi internazionali, da tempo soci dei Benetton in Autostrade, temono un’eccessiva diluizione della propria quota. D’altra parte, Cassa Depositi e Prestiti non sembra cercare lo scontro: al contrario, Cdp ha offerto perfino un’apertura ad Atlantia, ponendo però un limite di tempo e ribadendo le sue condizioni sulla manleva.