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Atlantia, dopo delisting si dimette il Cda: deleghe ad interim al presidente Massolo

Proseguono le attività verso la nuova governance post delisting. Poteri a Massolo fino ad assemblea da convocare per nominare il nuovo board

Atlantia, dopo delisting si dimette il Cda: deleghe ad interim al presidente Massolo

Nessuna novità: si dimette il Consiglio di amministrazione e il Collegio sindacale di Atlantia dopo il delisting del titolo da Piazza Affari. Attribuite al presidente Giampiero Massolo le deleghe gestionali ad interim dal 1° gennaio 2023 e fino all’assemblea per rinnovare il board. Lo annuncia il gruppo in una nota aggiungendo che “la riunione del Cda ha preso atto delle dimissioni dei consiglieri e dei sindaci con efficacia dall’assemblea dei soci da convocare, nei tempi tecnici previsti, per il rinnovo degli organi sociali”.

Il Cda inoltre ha confermato l’Italia quale Stato membro d’origine in quanto emittente di obbligazioni aventi un valore nominale unitario di 100mila euro quotate sul mercato regolamentato irlandese. Il board ha infine preso atto che Atlantia non sarà più soggetta all’obbligo di predisposizione e pubblicazione delle relazioni finanziarie previste dall’articolo 154-ter D.lgs. 58/1998 e che la Società non procederà più alla pubblicazione, su base volontaria, delle informazioni finanziarie periodiche aggiuntive di cui all’art. 82-ter del Regolamento Emittenti.

Atlantia delisting Piazza Affari: cosa è successo

Dopo 35 anni, Atlantia ha lasciato Piazza Affari e il Ftse Mib di Milano, il 9 dicembre 2022. Un’operazione che assegna ad Atlantia un valore di circa 19 miliardi di euro, in seguito all’opa lanciata lo scorso aprile attraverso la società Schemaquarantatrè, il cui capitale è interamente detenuto da Schemaquarantadue, holding detenuta al 65% da Sintonia – la subholding di Edizione, controllata dalla famiglia Benetton – e partecipata dal fondo Blackstone al 35%, tramite due società lussemburghesi.

L’opa era stata lanciata per difendere Atlantia dalla mira del presidente del Real Madrid, Florentino Perez, che il 6 aprile, attraverso il suo gruppo spagnolo Acs (Actividades de Construcción y Servicios), aveva comunicato di aver stipulato un accordo di esclusiva con due grandi fondi internazionali di investimento, Global Infrastructure Partners e Brookfield Asset Management, per acquisirne la maggioranza.

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