Un ramoscello d’ulivo che fa nascere nuove speranze su un possibile accordo tra il Governo e Aspi. Basta questo a far correre il titolo Atlantia sul Ftse Mib. In avvio di seduta le azioni hanno guadagnato il 5,45% del loro valore, per poi ripiegare alle 10.50 a +3,5% attestandosi a 14,8 euro. A spingere gli acquisti sono state le riunioni dei consigli di amministrazioni della controllatante Atlantia e della controllata Aspi. Entrambi i cda hanno infatti deliberato l’invio di una lettera al ministero dei Trasporti guidato da Paola De Micheli per confermare “la volontà della società di proseguire – anche successivamente al 30 giugno 2020 – le interlocuzioni per la definizione della procedura di contestazioni avviata dal concedente il 16 agosto 2018″.
Secondo le previsioni Aspi continuerà a “dare esecuzione ai propri obblighi di concessionario” anche dopo il 30 giugno, scadenza oltre la quale scatterà la risoluzione della concessione dopo il parere negativo dell’azienda riguardo le modifiche alla convenzione introdotte unilateralmente con il decreto Milleproroghe. Le delibere confermano invece l’intenzione della società di proseguire anche oltre il termine stabilito i negoziati con il Governo per cercare di risolvere una battaglia che dura ormai da quasi due anni. Un segnale di distensione dopo la lettera di tutt’altro tenore inviata a Bruxelles in cui Atlantia accusava l’Esecutivo di voler obbligare la società a svendere la quota di maggioranza in Aspi, causando un danno ingente a Edizione e ai soci della stessa Atlantia.
La scelta di cercare un nuovo compromesso, spiega ancora Aspi, deriva dal fatto che l’azienda ha “già contestato in sede giurisdizionale le disposizioni normative del DL Milleproroghe”. Roberto Tomasi, numero uno di Aspi, in un’intervista rilasciata al Messaggero ha ribadito come un accordo tra le parti sia nell’interesse non solo della società, ma anche del Paese. Parlando ai microfoni di Radio24 il manager ha aggiunto: “Nel ruolo che ricopro non posso che cercare di essere ottimista. È da luglio del 2019 che dialoghiamo con il governo per cercare un componimento della situazione” “Ovviamente – ha continuato Tomasi – abbiamo messo in atto tutte le azioni di tutela necessarie sia nei confronti dell’Europa che dei tribunali amministrativi per salvaguardare gli interessi dell’azienda. Parliamo di 7mila dipendenti, di 7 miliardi di investimenti pronti a partire con progetti esecutivi approvati. Quindi un quadro di riferimento complesso e che deve essere considerato un valore per il sistema paese”.
“Il rinvio dell’esercizio della risoluzione è un segnale chiaro della volontà di trovare una soluzione negoziale. Sarà ora importante verificare cosa deciderà il governo e quali saranno i termini dell’eventuale negoziato”, commentano gli analisti di Equita. Ricordiamo che pochi giorni fa, durante gli Stati Generali di Villa Pamphili, il premier Giuseppe Conte aveva dichiarato: “Ci avviamo verso una soluzione obbligata.Stiamo parlando di Autostrade da troppo tempo. Sul mio tavolo non ho una proposta accettabile. Ci avviamo verso una soluzione obbligata. Se in extremis arrivasse un’altra proposta saremmo obbligati doverosamente a prenderla in considerazione, ma per me il caso va chiuso e subito”.