Dopo mesi di battaglie e negoziati, l’accordo è arrivato. Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa italiana e spagnola, Atlantia e Acs-Hochtief avrebbero firmato un’intesa preliminare e non vincolante per spartirsi Abertis. A breve potrebbe vedere la luce un documento definitivo.
Alla fine, ha prevalso la linea della collaborazione: la holding dei Benetton e il gruppo di Florentino Perez non daranno il via a una gara di rilanci, ma si divideranno la società che gestisce le autostrade spagnole. Lo faranno attraverso un nuovo veicolo, il cui capitale sarà diviso in quote molto simili fra Atlantia e Acs.
I termini dell’Opas sono ancora da chiarire, ma probabilmente si sceglierà di non procedere con una nuova offerta, che richiederebbe almeno sei mesi. Per accorciare i tempi, le parti potrebbero tenere in piedi l’Opas lanciata da Acs (che proprio ieri ha ottenuto il via libera della Consob spagnola) e saldare l’asse italo-spagnolo nell’ambito di quella stessa offerta. Al momento, il gruppo di Perez mette sul piatto 18,36 euro in contanti o 0,1254 titoli Hochtief di nuova emissione per ogni azione Abertis, che così sarebbe valutata in tutto circa 18,2 miliardi di euro.
Quanto alla governance, una volta andata in porto l’operazione, gli spagnoli indicherebbero il presidente della società autostradale, mentre agli italiani toccherebbe la nomina del Ceo (già si fa il nome di Giovanni Castellucci, attuale amministratore delegato di Autostrade per l’Italia e di Atlantia).
Grazie all’alleanza con Acs, la holding dei Benetton avrebbe accesso a mercati in cui al momento non ha una presenza significativa come la Germania, l’Australia e gli Stati Uniti.
Al contempo, con un piede in Abertis – che controlla circa 7.500 km di autostrade tra Spagna, Francia e Sud America – potrà tenere in vita il progetto di costruire un campione mondiale delle vie a pedaggio. Del resto, era proprio questo l’obiettivo iniziale di Atlantia.