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Atene, migliaia in piazza contro l’austerità ma il rischio default è sempre più vicino

Circa 8mila persone si sono riversate sulla piazza principale di Atene. Sembra di rivivere i momenti più drammatici di luglio, quando si pensava che non si potesse raggiungere un momento più critico. Eppure in piazza Syntagma i due principali sindacati hanno riunito, in uno sciopero generale, migliaia di cittadini per opporsi alle nuove misure di austerità, ancora in discussione nel parlamento ellenico.

I manifestanti contestano i licenziamenti nel settore pubblico (15mila posti di lavoro in meno), la riduzione del salario minimo e la diminuzione delle pensioni. Riforme su cui sembra invece esserci intesa tra il primo ministro tecnico Lucas Papademos e i tre maggiori partiti del Paese: quello socialista dell’ex-primo ministro George Papandreou, quello conservatore rappresentato da Antonis Samaras e la destra di George Karatzaferis. Eppure ieri, contrariamente a quanto ci si aspettava, il Parlamento ha rinviato il momento della firma finale.

Queste misure sono necessarie per evitare il default della Grecia e sono state richieste dalla Troika (Ue, Bce e Fmi) come presupposto per varare il secondo piano di aiuti da 130 miliardi di euro. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha ribadito questa mattina che “il tempo è essenziale” per riuscire a salvare il Paese. E il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Junker ha ribadito che l’idea di creare un fondo bloccato per rimborsare gli interessi sui titoli di Stato greci “non è assurda”.

Secondo le ultime indiscrezioni della Reuters, che cita un fuzionario governativo che preferisce rimanere nell’anonimato, il governo greco starebbe preprarando il testo definitivo dell’accordo sul bailout da 130 miliardi di euro e verrà sottoposto ai leader politici entro la tarda serata di oggi. I leader si riuniranno questa sera dopo le 20.00 (alle 21.00 locali). 

 “La posizione delle Commissione europea è chiara e non è cambiata: vogliamo che la Grecia resti nell’Euro e continua a far parte dell’Eurogruppo”. E’ quanto affermato da Amadeu Altafaj, portavoce del commissario europeo per gli Affari ecomici e monetari Olli Rehn, dopo l’intervista rilasciata al quotidiano olandese De Volkskrant dal commissario europeo per le nuove tecnologie, Neelie Kroes. Kroes ha infatti sostenuto che un eventuale uscita della Grecia dell’Euro non comporterebbe alcun problema (“Non è la morte di un uomo se qualcuno lascia l’area dell’euro”, ha detto Kroes).

Oggi, quindi, la precisazione a stretto giro da parte del commissario Ue per gli affari economici e monetari. In conferenza stampa, Altafaj ha ripetuto per altre tre volte che “è nostra intenzione far sì che la Grecia resti nell’Euro”. La Commissione, ha quindi aggiunto, “non riscontra alcuna contraddizione tra quanto detto dal commissario Kroes e la posizione che è propria della Commissione”. Quella di Kroes, ha spiegato il portavoce di Rehn, “è stata una considerazione su uno dei possibili scenari”.

 

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